Anche per questo il sunsplash dà fastidio

martedì 28 luglio 2009

Massa

Quanto successo un paio di giorni fa a Massa è stato presentato dalle televisioni e giornali con titoli tipo "scontri tra ronde". Non è proprio questa la verità. Il Pacco Sicurezza dice chiaro e tondo che le ronde non devono avere connotati politici. Le ronde SSS, Soccorso Sociale e Sicurezza, ogni assonanza con le SS è puramente casuale, sono ronde organizzate da gruppi di estrema destra. E come tali si comportano. Era palese che se il governo non avesse fatto nulla per impedire questo evolversi delle ronde qualche cittadino che potrebbe, incredibile ma vero, non essere d'accordo, si sarebbe adoperato per contrastarle. Chi l'avrebbe mai detto? Io, per esempio, in un post di qualche mese fa su degli scontri simili avvenuti a Padova, dove però gli "screzi" erano tra ronde di diverso tipo che si erano beccate. Ecco è qui che sta la mistificazione dello scrivere in questo caso "scontro fra ronde". I ragazzi dell'Asp e del Carc, sono scesi in strada in corteo per protestare contro le ronde fasciste, non per fare le ronde. Non è esattamente la stessa cosa agli occhi di un lettore a me sembra. Poi come sempre interviene la polizia e si contano i feriti tra i poliziotti e gli arresti tra quelli di sinistra. Ma che strano! Mi ricorda un po' Piazza Navona ...

sabato 25 luglio 2009

Un giorno all'ospedale





Vi voglio raccontare di una giornata che ho passato all'ospedale "All'angelo" di Mestre, in particolare di due fatti che mi hanno dato da pensare. Ci sono andato perchè mia nonna è stata portata da un'ambulanza al Pronto Soccorso. Quando si entra in un ospedale quali generi di figure ci si aspetta di trovare? Camici bianchi, infermieri, persone di questo tipo. Domenica scorsa, 19 luglio vi posso assicurare che non era così. Davanti alla "triage", cioè l'accettazione dove chi di turno decide discrezionalmente a quale categoria (colore) di gravità appartiene il motivo per cui ti trovi lì, c'erano due persone in divisa. Un uomo e una donna per la precisione. Non erano poliziotti, non erano carabinieri, finanzieri o vigili; erano due guardie di una ditta privata, la "Costantini Divisione Sicurezza". Divisa nera e azzurra, pistole belle in vista, pronti a rispondere ad ogni domanda che riguardasse in particolar modo il parcheggio, ma non solo. La signora oltre ad aver fumato almeno 5 sigarette nelle due ore in cui sono stato lì, ha svolto con fermezza il suo compito allontanando una donna dai pressi dell'entrata perchè stava parlando al cellulare. "Non vede che è vietato" le ha detto con autorità. Ecco l'autorità. Che autorità dovrebbe avere questa gente per me? Chi sono per venirmi a dare ordini all'interno di un ospedale? Certo, mi si dirà, l'Azienda Ospedaliera, perchè è così che dovrebbero essere chiamati gli ospedali, è privata quindi può assumere vigilanza privata, ma ancora non capisco quale autorità dovrebbe avere per me uno con la divisa fornita dal signor Costantini Helio (si, con l'H) con sede della Cooperativa in via Galileo Galilei a Mestre. Fa parte delle ditte autorizzate dalla Prefettura, ma chi vi lavora non è un pubblico ufficiale, quindi se io non eseguo quello che mi dicono, esattamente cosa dovrebbe succedermi? Ed ancora, è davvero così necessario in un Pronto Soccorso, di domenica mattina, tra anziani, bambini e malati, avere due persone in divisa che vigilano oltre al sistema di telecamere, con pistole pronte all'uso? Siamo arrivati a questo punto con la follia sulla sicurezza? A normalizzare una cosa del genere?
Il secondo aneddoto è un po' più sottile me ne rendo conto, però dà l'idea dell'aria che tira in questo paese chiamato Italia. Nelle sale d'attesa solitamente si possono trovare giornali, riviste e quant'altro giusto? Bene sempre quella domenica me ne stavo lì seduto ad attendere senza far nulla visto che può entrare solo una persona alla volta per vedere il familiare (ditemi quel che volete ma almeno che non ci si presenti in squadre di calcio, questo è alquanto insensibile e stupido) vado alla ricerca di qualcosa da leggere. Vedo una bacheca appesa al muro con un'unica rivista, "L'incontro". Senza raccontarvi i contenuti, di questo giornale voglio dirvi lo scopo, che si trova scritto in ultima pagina: La RI-evangelizzazione della NOSTRA gente, come se chi non crede ciò in cui loro credono, non lo faccia per una scelta, ma perchè inconsapevoli. Ma a parte questo, perchè in un luogo pubblico come l'ospedale, sebbene come abbiamo già detto sia gestito da privati, l'unica lettura nella sala d'attesa deve essere questa? Oggi mia nonna è ricoverata all'ospedale "Villa Salus" sempre a Mestre, una struttura convenzionata. E' gestita dalla Chiesa. Nessun problema. Mia nonna però non ha chiesto di essere curata secondi i dettami cristiani, è andata al pronto soccorso dell'ospedale perchè stava male ed è stata trasferita qui, perchè è uno dei luoghi di "smistamento" dall'ospedale principale. Stamattina sono andato a darle da mangiare e sul comodino ho trovato di nuovo quella rivista; la suora, che funge da caposala, gliel'ha messa lì per "leggere qualcosa" a suo dire. Io questo lo chiamo approffitarsi della debolezza e sconforto che in alcuni momenti possono cogliere stando all'interno di un ospedale e lo trovo disgustoso. Forse la Chiesa dovrebbe preoccuparsi anche un po' della vita terrena delle persone, anzichè utilizzare questi escamotage per "salvare le anime". Magari incaricando qualcuno di cambiare i vestiti ad una anziana incontinente a cui è stato messo male il pannolone e che è sporca fino al colletto della camicia da notte di una sostanza marrone che non è né fango né cioccolata, bensì merda. Ma mi rendo conto che siamo all'interno di un ospedale zeppo di suore che circolano per le corsie, non ci può aspettare troppa carità. O forse ho interpretato male il gesto della suora di lasciare lì il giornale, forse serviva perchè era finita la carta igienica. Comunque anche in questo caso, questa signora quale autorità dovrebbe avere su di me, paziente dell'ospedale? Non parlo del suo ruolo nell'ospedale, ma di quello di religiosa. Se io non sono credente di quella religione, posso avere il dovuto rispetto, ma per quale motivo dovrei sentirmi obbligato a sottostare a dettami che non ho scelto, nel momento in cui vengo trasferito da un ospedale ad un altro? Ospedale quest'ultimo che di sicuro al momento dell'accreditamento non ha avuto il mandato di rievangelizzare nessuno, ma solo di prendere in carico persone per fornire le cure necessarie. Vorrei tanto conoscere le statistiche di trasferimento dall'ospedale "All'angelo" al "Villa Salus" e vedere quante persone appartenenti ad altre religioni (culture, razze o che dir si voglia) vengono mandati lì. Bene fine del racconto. Qual'è la morale? Che ci sono tante persone in divisa, qualunque essa sia, che hanno la presunzione presuntuosa di poter comandare la collettività intera senza averne però alcuna autorità. Che Chiesa e sicurità vanno spesso a braccietto. No non ho scoperto niente di nuovo, ma quando queste cose le vivi sulla pelle hanno un gusto che non si riesce a mandar giù e quindi si sente la necessità di esternare.

Un'ultima piccola curiosità. Osservate i simboli qui sotto. Il primo è della "Costantini Divisione Sicurezza", il secondo è il simbolo delle cosiddette "ronde nere" lanciate dall'M.S.I. un paio di mesi fa grazie al decreto sicurezza. Notate qualche somiglianza?



martedì 21 luglio 2009

Testo definitivo del "Pacco Sicurezza"

Torna l’oltraggio a pubblico ufficiale. Nel primo articolo, sull’immigrazione, la legge reintroduce il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, depenalizzato nel 1999 (legge n. 205/99). «Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione fino a tre anni», contro i due anni previsti prima della depenalizzazione. Inoltre la pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato; se la verità di fatto è però provata o in seguito l’ufficiale è condannato, l’autore dell’offesa non è punibile. Il reato si estingue se l’imputato ripara interamente il danno con un risarcimento sia nei confronti della persona offesa sia in quelli dell’ente a cui essa appartiene. Nel codice penale viene poi introdotta una norma che prevede la non punibilità per una serie di reati (tra i quali la nuova fattispecie di oltraggio) quando il pubblico ufficiale, l’incaricato di un pubblico servizio o il pubblico impiegato abbia causato il fatto, eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni.

Salvaguardia di edifici e mezzi di trasporto e decoro urbano. Nell’art. 3, sulla sicurezza pubblica, nell’intento di arginare il fenomeno dei cosiddetti writers o graffitari il reato di danneggiamento, che prevede un’ammenda sino a 2.582 euro o la permanenza domiciliare da 6 a 30 giorni o il lavoro di pubblica utilità da 10 giorni a 3 mesi (art. 635 c.p.), viene esteso anche agli “immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione, di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati”. La sospensione della pena viene subordinata alla ”eliminazione delle conseguenze dannose”, oppure –se l’imputato è d’accordo- ad un lavoro non retribuito a favore della comunità.
La modifica dell’art. 639 del c.p. aggrava poi le pene per deturpamento o imbrattamento dei beni immobili pubblici e privati –non solo nei centri storici- nonché su mezzi di trasporto pubblici o privati (auto, bus, treni, ecc.) con la reclusione da uno a sei mesi e un’ammenda da 300 a 1.000 euro. Se si deturpano o imbrattano cose di interesse storico o artistico, ovunque ubicate, la sanzione è aumentata e prevede la reclusione da 3 mesi ad un anno con una multa da 1.000 a 3.000 euro.
Inoltre, in caso di reiterazione del reato si procede d’ufficio, con una pena che va da tre mesi a due anni ed una multa che può arrivare a 10.000 euro. Una multa fino a 1.000 euro è prevista per “chiunque vende bombolette spray contenenti vernici non biodegradabili ai minori di diciotto anni”. La legge stabilisce inoltre che le multe “previste dai regolamenti ed ordinanze comunali per chiunque insozzi le pubbliche vie non possono essere inferiori all’importo di 500 euro”. Mentre “chiunque insozza le pubbliche strade gettando rifiuti od oggetti dai veicoli in movimento o in sosta è punito con la sanzione amministrativa da 500 a 1.000 euro”.

Occupazione abusiva di suolo pubblico. La legge accorda ai sindaci ed ai prefetti nuovi poteri in materia di occupazione abusiva di suolo pubblico, vale a dire quando qualcuno invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne profitto (art. 633 c.p.), oppure quando strade, fasce di rispetto, marciapiedi vengono occupati con veicoli, baracche, tende e simili, con chioschi, edicole od altre installazioni (art. 20 codice della strada). I sindaci, per le strade urbane, e i prefetti, per quelle extraurbane – o, quando ricorrono motivi di sicurezza pubblica, per ogni luogo – possono ordinare l’immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti. Se si tratta di occupazione a fine di commercio, poi, è prevista la chiusura dell’esercizio fino al pieno ripristino dei luoghi e al pagamento delle spese. Stessi provvedimenti per l’esercente che non pulisca o non tenga in ordine gli spazi pubblici di fronte al suo locale.

I maggiorenni responsabili dei delitti dei minori. Vengono aggravate le pene applicate al correo maggiorenne. Sono, infatti, applicabili le aggravanti nei confronti delle persone maggiorenni che concorrono nel reato con un minore di anni 18 o con una persona in stato di infermità o di deficienza psichica. La norma mira a fungere da deterrente per bloccare il fenomeno prima che l’effetto emulazione e le condotte violente che si vanno diffondendo in età scolare rendano il fenomeno inarrestabile.

No all’accattonaggio dei minori. Riprendendo un disegno di legge della precedente legislatura, rischierà fino a tre anni di carcere chi, per mendicare, si avvale di chi ha meno di 14 anni o permette che il minorenne, sottoposto alla sua autorità o affidato alla sua custodia o vigilanza, mendichi, oppure permette che altre persone se ne avvalgano per mendicare. Inoltre, per i reati di riduzione in schiavitù, tratta di persone ed acquisto e alienazione di schiavi, commessi dal genitore o dal tutore vengono introdotte pene accessorie quali la perdita della potestà di genitore o interdizione perpetua da qualsiasi forma di sostegno, tutela e cura.

Più grave la truffa contro le persone indifese. Con la modifica dell’art. 640 c.p. , che disciplina il delitto di truffa, viene introdotta come nuova circostanza aggravante, «l’avere profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona tali da ostacolare la pubblica o privata difesa», anche in riferimento al caso di chi approfitti dell’età avanzata della persona che ha subito il danno.

Requisiti ed albo dei buttafuori. La legge detta norme precise su «l’impiego di personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento o di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, anche a tutela dell’incolumità dei presenti. L’espletamento di tali servizi non comporta l’attribuzione di pubbliche qualifiche. È’ vietato l’uso di armi, di oggetti atti ad offendere e di qualunque strumento di coazione fisica». «Il personale addetto ai servizi è iscritto in apposito elenco, tenuto anche in forma telematica dal prefetto competente per territorio». Un decreto del Ministro dell’interno, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, fisserà i requisiti per l’iscrizione nell’elenco nonché le modalità per la selezione e la formazione del personale. Chi non risponde ai requisiti fissati non potrà svolgere l’attività a rischio di una multa da 1.500 a 5.000 euro, che vale anche per chi impiega personale non autorizzato.

Bombolette antiaggressione. La legge attribuisce al Ministro dell’interno il compito di definire le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un prodotto naturale a base di olio di peperoncino e «che non abbiano l’attitudine a recare offesa alla persona». Il Ministero dell’Interno è autorizzato ad emanare il relativo regolamento -di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali- entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

Ritiro della patente di guida. «È sempre disposta la confisca amministrativa del veicolo intestato al conducente sprovvisto di copertura assicurativa quando sia fatto circolare con documenti assicurativi falsi o contraffatti». Inoltre, a chi falsifica i documenti assicurativi viene sospesa la patente per un anno. Con la modifica di varie norme del codice della strada, nel caso di guida in stato di alterazione per uso di alcool o sostanze stupefacenti, è previsto un raddoppio della durata della sospensione della patente se il veicolo con il quale è stato commesso il reato appartiene a persona estranea al reato; la modifica del testo unico stupefacenti prolunga il termine di possibile sospensione della patente da un anno a tre anni.

Registro dei senza fissa dimora. «La persona che non ha fissa dimora si considera residente nel comune dove ha stabilito il proprio domicilio. La persona stessa, al momento della richiesta di iscrizione, è tenuta a fornire all’ufficio di anagrafe gli elementi necessari allo svolgimento degli accertamenti atti a stabilire l’effettiva sussistenza del domicilio. In mancanza del domicilio, si considera residente nel comune di nascita». Presso il Ministero dell’interno è istituito un apposito registro nazionale delle persone che non hanno fissa dimora.

Le ronde. «I sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale». «I sindaci si avvalgono, in via prioritaria, di quelle costituite tra gli appartenenti, in congedo, alle Forze dell’ordine, alle Forze armate e agli altri Corpi dello Stato». «Le associazioni sono iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto, previa verifica da parte dello stesso». Con decreto del Ministro dell’Interno, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, sono determinati gli ambiti operativi delle disposizioni ed i requisiti per l’iscrizione nell’elenco.

Contro la criminalità organizzata – Lavori pubblici. Nell’azione di prevenzione delle infiltrazioni mafiose, «il prefetto può disporre accessi ed accertamenti nei cantieri delle imprese interessate all’esecuzione di lavori pubblici». Modificando il codice dei contratti pubblici, vengono esclusi dalla partecipazione alle gare soggetti che, essendo stati vittime di concussione o estorsione aggravata, non risultino aver denunciato i fatti all’autorità giudiziaria.

Contro la criminalità organizzata – 41-bis. La modifica dell’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario riconosce al Ministro dell’Interno il potere di richiedere al Ministro della giustizia l’emissione del provvedimento che dispone il regime carcerario speciale; la durata del provvedimento viene innalzata a 4 anni (attualmente va da un minimo di un anno ad un massimo di due); la proroga potrà essere biennale (oggi è annuale), disposta solo quando risulta che la capacità di mantenere collegamenti con l’associazione criminale, terroristica o eversiva non è venuta meno. La legge, inoltre, punisce con la reclusione chi consente a un detenuto sottoposto al regime carcerario speciale di comunicare con altri in elusione delle prescrizioni imposte.

Reato di clandestinità. La legge classifica l’ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato come contravvenzione, con un’ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Non è previsto il carcere, ma non è possibile applicare l’articolo 162 del codice penale (Oblazione nelle contravvenzioni), perciò il pagamento di una somma di denaro non estingue il reato. Ai fini dell’esecuzione dell’espulsione dello straniero denunciato per il reato di clandestinità non è richiesto il rilascio del nulla osta da parte dell’autorità giudiziaria competente all’accertamento del reato. Il questore comunica all’autorità giudiziaria l’avvenuta esecuzione dell’espulsione. Il giudice, acquisita la notizia dell’esecuzione dell’espulsione o del respingimento, pronuncia sentenza di non luogo a procedere. Se tuttavia lo straniero rientra illegalmente nel territorio dello Stato prima che sia decorso il termine previsto (di solito dieci anni, ma mai meno di cinque) viene applicato l’articolo 345 c.p.p., relativo alla riproponibilità dell’azione penale per il medesimo fatto e nei confronti della medesima persona pur in presenza di una sentenza di non luogo a procedere.

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ogni atto diretto «a procurare illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato od in altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente», nonché la condotta di chiunque promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni contenute nel testo unico dell’immigrazione (D.Lgs 25 luglio 1998, n. 286). Per quanto riguarda la pena, è confermata la reclusione da uno a cinque anni e una pena pecuniaria di 15.000 euro per ogni clandestino di cui si sia favorita l’immigrazione. Rispetto alla norma precedente, che prevedeva una multa fino a 15.000 euro a persona, viene eliminata ogni valutazione discrezionale da parte del giudice.

Rischia il carcere chi affitta ai clandestini. «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni».

Fondo per i rimpatri. «È istituito, presso il Ministero dell’interno, un Fondo rimpatri finalizzato a finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine ovvero di provenienza». Nel Fondo confluiscono la metà del gettito del contributo per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno, nonché i contributi eventualmente disposti dall’Unione europea per le finalità del Fondo medesimo. La quota residua è assegnata al Ministero dell’Interno, per gli oneri connessi alle attività istruttorie inerenti al rilascio e al rinnovo del permesso di soggiorno.

Contrasto ai clandestini presenti sul territorio – Il permesso di soggiorno per gli atti di stato civile. Il permesso di soggiorno dovrà essere esibito oltre che per il rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero (come già previsto dal Testo unico sull’immigrazione) anche per gli atti di stato civile o relativi all’accesso a pubblici servizi. Nella definizione di atti di stato civile sono compresi documenti quali gli atti di acquisto della cittadinanza, gli atti di nascita, filiazione e adozione, gli atti di matrimonio, di morte. Tra i pubblici servizi ad accesso individuale sono annoverati i servizi sociali, sanitari, scolastici e i servizi pubblici locali (trasporto pubblico locale, erogazione di energia elettrica, gas, acqua, ecc.).

Contrasto ai clandestini presenti sul territorio – La denuncia degli agenti. Gli agenti in attività finanziaria che prestano servizi di trasferimento fondi (money transfer) acquisiscono e conservano per dieci anni copia del permesso di soggiorno se chi ordina l’operazione è un cittadino extracomunitario. In mancanza del titolo gli agenti effettuano, entro dodici ore, apposita segnalazione all’autorità locale di pubblica sicurezza, trasmettendo i dati identificativi del soggetto. Il mancato rispetto di tale disposizione è sanzionato con la cancellazione dall’elenco degli agenti in attività finanziaria.

I centri di identificazione ed espulsione. Sarà possibile prorogare sino ad un massimo di 180 giorni il periodo di trattenimento degli immigrati clandestini nei centri di identificazione ed espulsione (CIE). La norma si applica anche agli stranieri già presenti nei CIE alla data di entrata in vigore della legge.

Limitazione del divieto di espulsione. La legge limita il divieto di espulsione e di respingimento degli stranieri conviventi con parenti italiani, ai soli parenti entro il secondo grado, invece del quarto.

Verifica della casa. La legge prevede che a seguito dell’iscrizione anagrafica e delle richieste di variazione, gli uffici comunali possano procedere alla verifica delle condizioni igienico-sanitarie dell’immobile in cui si intende fissare la propria residenza. La norma fa riferimento all’Ordinamento delle anagrafi della popolazione residente del 1954.
Per lo straniero che richiede il ricongiungimento familiare i requisiti di idoneità igienico-sanitaria dell’alloggio non vengono più accertati dall’Azienda unità sanitaria locale, ma dai competenti uffici comunali, insieme con l’idoneità abitativa.

Permesso di soggiorno più difficile. Permesso ‘a punti’. Con modifica del testo unico sull’immigrazione, viene introdotta la definizione del concetto di “integrazione” e prevede, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno, l’obbligo per lo straniero di stipulare un “accordo di integrazione”, articolato su crediti, la cui disciplina è rimessa a un regolamento da emanare. La perdita integrale dei crediti comporta la revoca del titolo di soggiorno e l’espulsione amministrativa dello straniero.

Costi e tempi del rilascio del permesso. La richiesta di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno prevede un versamento di un contributo tra 80 e 200 euro, il cui ammontare sarà stabilito dal Ministro dell’Economia. È previsto un unico termine – 60 giorni prima della scadenza – per la richiesta di rinnovo.

Test di italiano. «Il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo è subordinato al superamento, da parte del richiedente, di un test di conoscenza della lingua italiana, le cui modalità di svolgimento sono determinate con decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca».

Condizioni più restrittive per l’ingresso. Alle condizioni che impediscono l’ingresso dello straniero in Italia vengono aggiunte le condanne con sentenza non definitiva e la condanna definitiva per reati in materia di tutela del diritto d’autore e contraffazione di marchi o prodotti industriali.

Dopo il matrimonio due anni per diventare cittadino italiano. Passa da sei mesi a due anni il periodo di residenza in Italia necessario dopo il matrimonio per lo straniero che sposi un cittadino italiano. Resta di tre anni per lo straniero residente all’estero. In entrambi i casi il periodo viene dimezzato in presenza di figli nati ‘dai coniugi’. Per contrarre matrimonio lo straniero deve esibire « un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano». Le istanze o dichiarazioni di elezione, acquisto, riacquisto, rinuncia o concessione della cittadinanza sono soggette al pagamento di un contributo di importo pari a 200 euro.

Status di rifugiato. Nella disciplina per la concessione del riconoscimento dello status di rifugiato vengono modificate le procedure per il ricorso giurisdizionale contro le decisioni relative alle domande di riconoscimento, per trasferire alcune prerogative (obbligo di notifica, possibilità di stare in giudizio) dalla Commissione nazionale per il diritto d’asilo al Ministero dell’Interno che le svolge tramite la Commissione stessa.

Pubblicato dal blog di Paolo Ferrario

lunedì 20 luglio 2009

La grande sputtanata

Se non si dimette neanche adesso allora vuol dire che ce lo terremo per sempre.
Andate sulla pagine dell'Espresso, ascoltate e poi stringete la mano a chiunque voi conosciate che sia elettore del centrodestra.

domenica 19 luglio 2009

Proibizionismo

Come scritto sul mio blog, sono convinto che si possa sopravvivere senza avere risposte ma che non si possa vivere senza porsi domande. Il fatto è che prima di dare risposte bisognerebbe essere sicuri di essersele poste tutte le domande. Facciamo un esempio. Il governo sta pensando di trasformare in legge dello Stato un'ordinanza del sindaco di Milano che vieta la vendita di alcolici ai minori di 16 anni. Il problema quindi è l'abuso nel bere da parte dei ragazzi, la domanda che si sono fatti è cosa "posso fare per impedirlo?", la risposta è "vietarlo". All'apparenza il discorso fila liscio. In realtà è il tipico ragionamento di "destra". Se c'è un problema reprimere. Si risolverà la cosa? Assolutamente no, perchè le politche repressive non risolvono mai nulla, servono solo a nascondere la polvere sotto al divano. Quindi dov'è lo sbaglio? Nella domanda. Il quesito da porsi non riguarda il fermare il fenomeno ma capirne le motivazioni e agire su quelle. Perchè non viene vietata la pubblicità degli alcolici? Perchè non vengono vietate le sponsorizzazioni delle marche di alcolici? Perchè le soluzioni devono riguardare un restringimento della libertà delle persone? Si certo il comportamento di ognuno è un fattore individuale, ma è in una società che viviamo, che impariamo. In questa maniera tu non educhi che è sbagliato e autodistruttivo abusare d'alcol, ma insegni solo che se tieni quel comportamento rischi una sanzione. Non è esattamente la stessa cosa...

Benvenuti in Italia

"L'Italia è il Paese del cielo, del sole, del mare. Un Paese magico, capace di incantare e di conquistare il cuore non solo di chi ci vive, ma anche di chi lo visita, di chi lo scopre per la prima volta. Un Paese che regala emozioni profonde attraverso i suoi paesaggi, le sue città, i suoi tesori d'arte, i suoi sapori, la sua musica. Un viaggio in Italia, per noi italiani e per chiunque arrivi da ogni parte del mondo, è un viaggio nell'arte e nel bello. L'Italia è magica. Scopritela. Nascerà un grande amore."

Vi propongo questo sondaggio. Da chi può essere stata pronunciata questa celebre frase?

A-Dante Alighieri
B-Lucio Battisti
C-Silvio Berlusconi
D-Giuseppe Garibaldi


Se siete in trepidazione per conoscere la risposta andate sul sito italia.it e vomitatevi addosso scoprendo come vengono ri-spesi, perchè il sito era stato "creato" dal genio di Rutelli, 5 milioni di euro di denaro pubblico.

venerdì 17 luglio 2009

Lo stigma in una parola

Negro, nero, ragazzo di colore. Parole. Mi piacciono molto le parole. Perché vogliono dire tutto e qualche volta niente. Perché partono dalle nostre teste e finiscono nelle teste di altre persone. Perché ci definiscono e ci permettono di capire o forse di non capire certe cose. Perché ci permettono qualche volta di comunicare. Sono quasi undici anni che sono in Italia e mi rendo conto che la parola sia importante. Parlare con la gente, ascoltare, leggere testi, giornali, libri. Porsi delle domande. Vivere la quotidianità. In questi undici anni non ho mai vissuto veramente episodi di razzismo. Qualche momento particolare anche un po´ difficile. Tensioni. Razzismo, mai. Non mi sono mai posto la domanda se l´Italia era legata alla parola razzismo. Se l´Italia era un paese razzista. C´erano, ci sono delle persone razziste. Delle persone che non vogliono accettare l´esistenza e la presenza di persone altre. Di persone diverse. Ma cosa normale, vero? Forse anche giusta. Sarebbe bello trovare un paese perfetto, con della gente perfetta, tranquilla, felice, non razzista. Ma i paesi sono per fortuna fatti di persone, uomini, donne, persone che scelgono da che parte stare. Con chi stare e con chi parlare. Persone che decidono di accogliere o di rifiutare. Poi ogni tanto anch´io mi sono comportato da razzista. Ho rifiutato di comunicare, di parlare con certe persone. Di incontrare. Ho giudicato anche e solo sulla base di criteri che partivano dal mio punto di vista e che non avevano forse niente a che vedere con la realtà. Per fortuna sono una persona. Uso parole. Parlo. Mi sbaglio. Sono. Undici anni in Italia vivendo con la gente. Parlando. Cercando di partecipare. Di comunicare. Di essere. Io sono. In questi anni mi sono sempre posto una domanda semplice: come faccio ad essere Cleo e non legato a delle parole che per me non avevano niente a che vedere con quello che sono. Quello che pensavo di essere. Quello che volevo essere. Io. Allora davanti a parole come nero, negro o ragazzo di colore non mi offendevo ma non ero d´accordo. Non sono nero, non mi sento un negro e non so a cosa si riferisce la parola di colore. Ma per me non erano parole razziste. Era forse un tentativo di definire delle persone. Di semplificare. L´uomo ha qualche volta voglia di semplificare. Di codificare. Questo è bianco, questo è giallo, questo rosso e questo è nero. I bianchi sono veramente bianchi? I neri, neri? Guardo sempre i ragazzi cinesi che vengono nel centro aggregativo dove lavoro e cerco il colore giallo. Allora la domanda perché non possiamo lasciare la possibilità alle persone di autodefinirsi? Di dire io mi sento blu. Si sono blu. Tutta questa divagazione per portare ad un fatto che mi è capito da poco e che mi ha fatto riflettere. Ero sulla strada che si chiama Repubblica. Sulla mia bici. Alla rotonda aspetto che passano le macchine prima di attraversare la strada. Quando si libera comincio l´attraversamento non rendendomi conto dell´arrivo di una persona in motorino. Per un pelo non mi ha preso. Pedalando veloce sono riuscito ad arrivare dall´altra parte della strada. Arrivato, sento dietro questa parola ad alta voce: “negro”. Mi giro e vedo questa persona, sul suo motorino che stava per ammazzarmi gridare questa parola e non fermarsi, non guardarmi. Cosi. Negro. Era difficile per me in quel momento pensare che era solo una parola. Una parola buttata cosi. Senza senso, senza ragione. No, mi sono posto questa domanda: cos´è cambiato? Io, la mia percezione della realtà italiana o l´Italia. Forse sono cambiato, forse la situazione di tutti giorni mi porta a vedere le cose diversamente. Ad essere meno tollerante. Più sofferente. Forse ho l´impressione di avere dato abbastanza a questo paese per meritarmi certi trattamenti. Forse non sento neanche più il desiderio di lottare per entrare nei meccanismi di una città, di un paese che fa di tutto per rifiutarmi. Forse sono stanco di essere un eterno “straniero” malgrado tutto il tempo passato qui. E poi credo che sia cambiata l´Italia. La mia Italia è meno tollerante. Meno accogliente. Più aggressiva nei confronti degli altri, dei diversi. E credo che dobbiamo iniziare a lavorare sulle parole. Sul senso che diamo alle parole. Su come viviamo la parola. Ho dunque deciso di offendermi quando mi chiamano nero, negro o ragazzo di colore. Quando dicono che sono straniero, quando mi chiamano extracomunitario. Otto anni fa, quando sono tornato in Burkina Faso, mio padre mi aveva chiesto se gli italiani erano razzisti. Ho risposto, no. Qualche problema c’era, razzismo no. Adesso se me lo dovesse chiedere ancora, non saprei cosa rispondere.

di Cleophas Adrien Dioma pubblicato su Arcoiris.tv

Morti di Stato

In questi giorni si è parlato tanto di quattro morti. Tutti giovanissimi. Tutte persone a loro modo innocenti. Uno era un soldato. E' morto in Afghanistan. C'è chi dice che solo per il fatto di trovarsi lì con un fucile in mano si sia meritato di morire, chi lo vede un patriota. Chissà perchè se uno muore facendo il soldato è un'eroe mentre se uno muore lavorando in un cantiere è uno stronzo fra i tanti. Non la capirò mai questa cosa. Il fatto è che sono anche convinto che in un paese che ti educa, soprattutto se nasci nel meridione, ad arruolarti perchè ti vengono date ben poche possibilità e vieni pagato profumatamante, tendo a vedere meno colpe, sebbene a me non passerebbe neanche per l'anticamera di essere remunerato rischiando la mia vita o con la possibiltà di toglierla a qualcun altro. Due hanno un'altra cosa in comune sono stati uccisi da poliziotti in servizio. Di Aldrovandi ho già parlato in un post precedente, mentre ieri è stata pronunciata la sentenza per l'omicidio di Sandri. Per la morte del primo 3 nni e 6 mesi ai quattro poliziotti che l'hanno ucciso. Con l'indulto e la legge sull'affidamento ai servizi sociali entro i tre anni di pena, non faranno nemmeno un giorno di carcere. La colpa di Aldrovandi era di essere forse in stato confusionale dovuto a qualche droga, non si sa, quello che si sa è che un ragazzo di 19 anni tutt'altro che possente e pericoloso, era solo con quattro poliziotti ed è morto. Il secondo stava andando ad una partita. Era ad un autogrill c'è stato un battibecco con ragazzi che tifavano un'altra squadra, un poliziotto ha sparato e l'ha ucciso. Condanna di 6 anni contro la morte di una persona che aveva la vita da vivere. L'ultimo non ha quasi nulla in comune con gli altri; non era un militare, né è stato ucciso da poliziotti. Aveva 19 anni, la sua colpa aver rubato una scatola di biscotti; i due baristi sono usciti, che siano stati provocati o meno, l'hanno preso a sprangate e l'hanno ammazzato. Pena 15 anni per la morte di una persona che aveva tutta la vita davanti a sé. Perchè l'ho inserito on gl altri? Perchè lo ritengo un omicidio di Stato come gli altri. Lo Stato che manda ragazzi ad uccidere e farsi uccidere per accontentare le lobby economiche. Lo Stato che non punisce adeguatamente le mele marce della polizia creando un clima d'odio attorno alle forze dell'ordine, che non sono necessarie solo nel "paese dei balocchi", ma che dovrebbero forse essere un organo indipendente, tanto quanto la magistratura e subire lo stesso tipo di controllo che subiscono le altre cariche delle democrazie (anche se in Italia in questo momento non avviene neanche per le altre). Lo Stato infine, che diffonde propaganda razzista salvo poi far finta di niente quando accadono episodi eclatanti di razzismo. Come appunto quanto successo a Milano. Perchè se a rubare quei biscotti fossi stato io, mi avrebbero forse inseguito ma non credo che mi avrebbero preso a sprangate per una scatola di biscotti. Invece il ragazzo aveva anche quest'altra colpa: aveva un colore della pelle troppo abbronzato, era un negro, come lo hanno più volte chiamato i due assassini, l'hanno ammazzato. Io sono assolutamente contrario alla pena di morte, ma l'ergastolo in certi casi è sacrosanto. Se non viene dato per queste cose per cosa lo si dà al giorno d'oggi?

Aldo Bianzino, un altro morto di Stato, ucciso da nessuno in carcere, dove era stato portato perchè gli avevano trovato in casa della marijuana.

giovedì 16 luglio 2009

Napolitano

Oggi faccio vilipendio. Perchè non è ammisibile avere un Presidente della Repubblica del genere. Il signor Napolitano ha firmato la porcata sulla sicurezza. Però ha i dubbi, la cariatide. Le ronde non lo convincono più di tanto e poi c'è quel reato di immigrazone clandestina che proprio non gli va giù. Quindi cosa fa un Presidente che si rispetti? Rimanda al mittente la legge? No, lui la promulga e dice a lor signori governanti che sarebbe meglio apportare modifiche. Risposta? PRRRRRRRRRRRRR. Anzi si incacchiano pure dicendo che il Presidente della Repubblica osa interferire. Forse a questi non gliel'ha mai spiegato nessuno che il ruolo del P.d.R. non è quello di firmare scartoffie ad occhi chiusi, ma di essere garante della Costituzione. E' nei suoi poteri e doveri criticare e rifiutarsi di promulgare. Ma questo non conta più. No, perchè tanto questi gerarchi se ne vanno sulle loro televisioni di schiavi a parlare agli altri schiavi ricettori dicendo loro, mentendo spudoratamente, che il P.d.R. sta intralciando l'azione di governo. Mi pare che da quando è al potere questo governo abbia fatto tutto ciò che gli sia passato per l'anticamera del cervello, per giunta a colpi di decreti che di fatto bypassano l'iter parlamentare o di mozioni di fiducia che in pratica costringono gli alleati a votare in blocco o rischiano di far cadere l'esecutivo. No, loro, Berlusconi in primis, si lamentano perchè Napolitano ha respinto la legge, urgentissima e richiestissima dal popolo, sulle intercettazioni. Ha rotto la tregua dice. Già, peccato che il periodo di "tregua" richiesto dal P.d.R. riguardasse il tempo dello svolgimento del G8, che mi pare sia bello che andato, quindi cosa pretende questa gente? Che l'opposizione taccia per sempre, che Napolitano firmi tutto senza emettere suono, che il Parlamento non legiferi più, che la stampa non dica nulla sulle loro malefatte? Beh già succede, quindi cosa vogliono ancora? Ripeto faccio vilipendio, perchè è uno schifo. Essere garante significa anche equilibrio. I signori a governo, non solo la Lega ma tutti quanti, stanno portando il discorso pubblico sempre più verso forme di odio e destabilizzazione, tipici della destra più becera, come mai era accaduto dal '43. E' DOVERE del Presidente della Repubblica Democratica italiana fare qualcosa di più eclatante di ciò che sta facendo. Invece no, lui parla di tregue, di abbassare i toni, di non polemizzare. Mi deve spiegare cosa intende per opposizione questo signore. Per altro parliamo di un 'opposizione già di per sè irrisoria, che non ha strumenti né tantomeno idee. Si dimetta Napolitano, lasci li posto ed il ruolo venga abolito, almeno il popolo cieco si renderà conto di essere sotto una dittatura celata, ma neanche troppo. E' l'unico gesto patriottico che potrebbe fare in questo momento.

martedì 14 luglio 2009

martedì 7 luglio 2009

aldrovandi



In una bella nottata del 2005 succede che questo ragazzo, che si chiamava Federico Aldrovandi, muore. I genitori vengono avvertiti del avvenuto decesso solo 5 ore dopo, dalla polizia. Prima parlano di problemi di droga, poi di un malore. I genitori vengono portati a vedere il figlio e lo trovano come lo vedete nella foto qua sopra. Iniziano una battaglia contro la polizia e le istituzioni, l'opinione pubblica si divide tra quelli che la polizia non si tocca neanche con un fiore, che sostiene che il ragazzo fosse un drogato pericoloso e chi capisce che i quattro eroi si sono fatti prendere la mano. Nel pestaggio vengono rotti due manganelli, che diventa uno se si legge il Giornale, il ragazzo è stato picchiato a sangue. Qualunque altra cosa si possa dire, su chi era o cosa aveva preso quella mattina il ragazzo non ne giustifica la morte. Ieri i quattro poliziotti che non sono ancora stati sospesi dal servizio, ma che anzi sono stati tutti trasferiti poco dopo il fatto, hanno preso 3 anni e sei mesi per eccesso colposo nell'omicidio colposo di Federico. Tre di questi anni saranno indultati, quindi in pratica non succederà loro nulla. La legge italiana non è uguale per tutti, perchè se l'accaduto avesse avuto come protagonisti persone comuni sarebbe andata diversamente. Il problema è che il fatto di essere poliziotti dovrebbe essere un aggravante, invece c'è sempre l'attenuante di servizio. La domanda è: cosa deve fare un agente delle forze dell'ordine per subire una pena che sia equivalente al reato commesso?

Blog della madre di Federico Aldrovandi

lunedì 6 luglio 2009

Blue Berets: Milano

Da un anno e mezzo vigilavano sui milanesi dei Rondò che si facevano chiamare Blue Berets. Oggi il Comune ha deciso di sospendere questi supereroi incompresi perchè si è scoperto grazie ad un'inchiesta di Repubblica, minchia allora il giornalismo serio ancora esiste, che erano leggermente invischiati, non l'avremmo mai pensato, con neofascisti e nazisti. Ne danno il triste annuncio il Corriere della Sera, Affari Italiani, il Giornale. Due piccoli appunti. Notate la differenza tra l'articolo del Corriere e quello del Giornale. Diciamo pure che entrambi sono schierati, ma è proprio il metodo giornalistico che cambia. L'articolo del Corriere così come quello di Repubblica, riporta dei fatti, delle motivazioni e l'intervista al vicesindaco. L'articolo del Giornale più che spiegare i fatti riporta una storiellina che potrebbe essere tranquillamente inventata, portando il lettore a parteggiare per i rondò. Inoltre portano come prova di sicuro antirazzismo il fatto che tra gli stessi rondò militino anche extracomunitari. Beh la storia insegna che coglioni, venduti e ingenui talvolta finiscono con lo schierarsi con il nemico. Ancora una volta complimenti a chi scrive e a chi legge. Appunto numero due. L'articolo di Affari Italiani riporta delle frasi di Matteo Salvini che di mestiere fa il parlamentare della Repubblica Italiana. Vi riporto un video del signorino. Oh mi si dirà che era ad una festa tra amici e che non ci si può appigliare a queste cose. Sarà, ma anche quando mi ubriaco, certe canzoncine sui napoletani non mi viene da cantarle ed io non sono un parlamentare.