Anche per questo il sunsplash dà fastidio

sabato 25 luglio 2009

Un giorno all'ospedale





Vi voglio raccontare di una giornata che ho passato all'ospedale "All'angelo" di Mestre, in particolare di due fatti che mi hanno dato da pensare. Ci sono andato perchè mia nonna è stata portata da un'ambulanza al Pronto Soccorso. Quando si entra in un ospedale quali generi di figure ci si aspetta di trovare? Camici bianchi, infermieri, persone di questo tipo. Domenica scorsa, 19 luglio vi posso assicurare che non era così. Davanti alla "triage", cioè l'accettazione dove chi di turno decide discrezionalmente a quale categoria (colore) di gravità appartiene il motivo per cui ti trovi lì, c'erano due persone in divisa. Un uomo e una donna per la precisione. Non erano poliziotti, non erano carabinieri, finanzieri o vigili; erano due guardie di una ditta privata, la "Costantini Divisione Sicurezza". Divisa nera e azzurra, pistole belle in vista, pronti a rispondere ad ogni domanda che riguardasse in particolar modo il parcheggio, ma non solo. La signora oltre ad aver fumato almeno 5 sigarette nelle due ore in cui sono stato lì, ha svolto con fermezza il suo compito allontanando una donna dai pressi dell'entrata perchè stava parlando al cellulare. "Non vede che è vietato" le ha detto con autorità. Ecco l'autorità. Che autorità dovrebbe avere questa gente per me? Chi sono per venirmi a dare ordini all'interno di un ospedale? Certo, mi si dirà, l'Azienda Ospedaliera, perchè è così che dovrebbero essere chiamati gli ospedali, è privata quindi può assumere vigilanza privata, ma ancora non capisco quale autorità dovrebbe avere per me uno con la divisa fornita dal signor Costantini Helio (si, con l'H) con sede della Cooperativa in via Galileo Galilei a Mestre. Fa parte delle ditte autorizzate dalla Prefettura, ma chi vi lavora non è un pubblico ufficiale, quindi se io non eseguo quello che mi dicono, esattamente cosa dovrebbe succedermi? Ed ancora, è davvero così necessario in un Pronto Soccorso, di domenica mattina, tra anziani, bambini e malati, avere due persone in divisa che vigilano oltre al sistema di telecamere, con pistole pronte all'uso? Siamo arrivati a questo punto con la follia sulla sicurezza? A normalizzare una cosa del genere?
Il secondo aneddoto è un po' più sottile me ne rendo conto, però dà l'idea dell'aria che tira in questo paese chiamato Italia. Nelle sale d'attesa solitamente si possono trovare giornali, riviste e quant'altro giusto? Bene sempre quella domenica me ne stavo lì seduto ad attendere senza far nulla visto che può entrare solo una persona alla volta per vedere il familiare (ditemi quel che volete ma almeno che non ci si presenti in squadre di calcio, questo è alquanto insensibile e stupido) vado alla ricerca di qualcosa da leggere. Vedo una bacheca appesa al muro con un'unica rivista, "L'incontro". Senza raccontarvi i contenuti, di questo giornale voglio dirvi lo scopo, che si trova scritto in ultima pagina: La RI-evangelizzazione della NOSTRA gente, come se chi non crede ciò in cui loro credono, non lo faccia per una scelta, ma perchè inconsapevoli. Ma a parte questo, perchè in un luogo pubblico come l'ospedale, sebbene come abbiamo già detto sia gestito da privati, l'unica lettura nella sala d'attesa deve essere questa? Oggi mia nonna è ricoverata all'ospedale "Villa Salus" sempre a Mestre, una struttura convenzionata. E' gestita dalla Chiesa. Nessun problema. Mia nonna però non ha chiesto di essere curata secondi i dettami cristiani, è andata al pronto soccorso dell'ospedale perchè stava male ed è stata trasferita qui, perchè è uno dei luoghi di "smistamento" dall'ospedale principale. Stamattina sono andato a darle da mangiare e sul comodino ho trovato di nuovo quella rivista; la suora, che funge da caposala, gliel'ha messa lì per "leggere qualcosa" a suo dire. Io questo lo chiamo approffitarsi della debolezza e sconforto che in alcuni momenti possono cogliere stando all'interno di un ospedale e lo trovo disgustoso. Forse la Chiesa dovrebbe preoccuparsi anche un po' della vita terrena delle persone, anzichè utilizzare questi escamotage per "salvare le anime". Magari incaricando qualcuno di cambiare i vestiti ad una anziana incontinente a cui è stato messo male il pannolone e che è sporca fino al colletto della camicia da notte di una sostanza marrone che non è né fango né cioccolata, bensì merda. Ma mi rendo conto che siamo all'interno di un ospedale zeppo di suore che circolano per le corsie, non ci può aspettare troppa carità. O forse ho interpretato male il gesto della suora di lasciare lì il giornale, forse serviva perchè era finita la carta igienica. Comunque anche in questo caso, questa signora quale autorità dovrebbe avere su di me, paziente dell'ospedale? Non parlo del suo ruolo nell'ospedale, ma di quello di religiosa. Se io non sono credente di quella religione, posso avere il dovuto rispetto, ma per quale motivo dovrei sentirmi obbligato a sottostare a dettami che non ho scelto, nel momento in cui vengo trasferito da un ospedale ad un altro? Ospedale quest'ultimo che di sicuro al momento dell'accreditamento non ha avuto il mandato di rievangelizzare nessuno, ma solo di prendere in carico persone per fornire le cure necessarie. Vorrei tanto conoscere le statistiche di trasferimento dall'ospedale "All'angelo" al "Villa Salus" e vedere quante persone appartenenti ad altre religioni (culture, razze o che dir si voglia) vengono mandati lì. Bene fine del racconto. Qual'è la morale? Che ci sono tante persone in divisa, qualunque essa sia, che hanno la presunzione presuntuosa di poter comandare la collettività intera senza averne però alcuna autorità. Che Chiesa e sicurità vanno spesso a braccietto. No non ho scoperto niente di nuovo, ma quando queste cose le vivi sulla pelle hanno un gusto che non si riesce a mandar giù e quindi si sente la necessità di esternare.

Un'ultima piccola curiosità. Osservate i simboli qui sotto. Il primo è della "Costantini Divisione Sicurezza", il secondo è il simbolo delle cosiddette "ronde nere" lanciate dall'M.S.I. un paio di mesi fa grazie al decreto sicurezza. Notate qualche somiglianza?



1 commento:

sirbone ha detto...

sono una guardia giurata della costantini e mi spiace vedere scritte alcune cose a riguardo del nostro lavoro.In primis premetto alcune cose:all'interno del P.S.noi svolgiamo un incarico molto delicato che lei probabilmente da non esperto del settore non può comprendere.La dote migliore che bisogna avere è la pazienza perchè avvolte veniamo insultati e derisi dai pazienti che attendono per ore nelle sale d'attesa e noi la ore in piedi a dire''signori per cortesia non sostate sui corridoi'';''signore per cortesia non si può parlare con il cellulare all'interno del P.S.''...non sono regole scritte da noi ma imaginiamo che una barella in emergenza attraversi i corridoi di corsa con un paziente grave magari un suo conoscente lei avrebbe piacere se la gente non si spostasse affinche i medici possano visitarla il più presto possibile?se un macchinario del P.s. avesse dei problemi a causa della sua chiamata con il cellulare in una zona vietata lei direbbe che nessuno l'aveva informato o che è pronto ad assumersi le sue responsabilità come scritto nei cartelli del ps...se un paziente con problemi mentali,un ubriaco,un tossicodipendente molesto,dessero fastidio a un suo conoscente avrebbe piacer se noi intervenissimo in suo supporto ?prima di parlare bisogna informarsi, noi non possiamo obbligare nessuno a spegnere il cellulare,non possiamo vietare di stare nei corridoi non possiamo mancare di rispetto a nessuno ma voi mettetevi nei nostri panni e pensate alle molteplici funzioni che abbiamo all'interno del ps in fatto di sicurezza/emergenza/ordine pubblico.dato anche il fatto che onesti cittadini educati più di una volta hanno aggredito infermieri e dottori..e non solo