Anche per questo il sunsplash dà fastidio

mercoledì 29 aprile 2009

Mi sorge un dubbio

Cos'hanno in comune la "mucca pazza", la "sars", l'influenza aviaria, la meningite e l'influenza suina? Sono tutte malattie. Sono tutte malattie che possono essere mortali. Sono tutte malattie che nel mondo provocano o hanno provocato molti morti. Questo hanno in comune, ma anche un'altra cosettina. Nel decennio a partire dal 2000 ad oggi, più o meno a cadenza biennale, ci è stato raccontato che avrebbero provocato pandemie degne della peste bubbonica e della "spagnola" messe insieme. Nel 2006 mi ricordo che sui giornali uscirono titoli come "scoperta anatra con sospetta influenza aviaria". Ci fu una tremenda crisi del settore del pollame che poi venne scaricata nei mercati africani. Quanti morti? Non me lo ricordo, ma la maggior parte erano in Cina ed in altri paesi dove le condizioni di lavoro delle persone e di vita degli animali erano terribili. Il virus non mutò mai in una forma trasmissibile da uomo a uomo, tuttavia vennero spesi miliardi in vaccini. No la ridico meglio. Le grandi case farmaceutiche intascarono miliardi per la vendita agli Stati di vaccini; vaccini che non sono mai serviti a nulla perchè se non esiste un ceppo su cui testare il vaccino o da cui estrarre un siero, è come bersi un bel bicchiere di acqua fresca. C'è soprattutto un nome ricorrente: Novartis. Questa casa farmaceutica che oggi è al lavoro per produrre i vaccini per la "suina" per l'intero globo, è la stessa che lo scorso hanno produsse il vaccino per la meninigite e nel 2006 quello per l'aviaria. Quello per la sars non lo so ma mi ci giocherei i gioielli di famiglia. La cosa simpatica è che questa società stava andando in fallimento a Dicembre del 2007 poi ci fu quell'esplosione di presunta pandemia di meningite in Italia gonfiata dai giornali e le quotazioni andarono alle stelle. Peccato che poi le statistiche hanno dimostrato che quell'anno ci furono molti meno casi degli anni precedenti, come sosteneva giustamente l'allora Ministro della Salute, Livia Turco. Fra l'altro qualche uccellino sussurra che la produzione in massa del vaccino fosse iniziata prima che si espandesse la psicosi. Oggi non ne parla più nessuno di questa terribile malattia tranne Medici Senza Frontiere, perchè guarda un po', nel Nord Africa si sta verificando un'epidemia, vera, ma di quei potenziali clandestini a noi che ce ne frega!? Non lo so può darsi che sia la volta buona, che questa sia veramente la nuova peste, ma se fra qualche tempo staremmo tutti ad abbronzarci le chiappe sotto l'ombrellone senza preoccupazioni, vorrà dire che sarà stata l'ennesima truffa.

martedì 28 aprile 2009

Messico

Non so a voi ma a me questa storia puzza. I giornali parlano di "influenza suina" mentre i veterinari dell'OIE dicono che gli animali non sono infetti. I giornali parlano di possibile pandemia, ma Frattini, ministro degli Esteri, dice che non c'è pericolo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità dice che non ci si può contagiare tramite la carne, però l'Associazione Allevatori si premura di dire che la carne consumata in Italia è assolutamente made in Italy e che non si deve far collassare il mercato. Nel frattempo la Cina e la Russia bloccano le importazioni. Inviti da parte di tutte le istituzioni perchè non si generi il panico ed ecco pronti i giornalisti ad informarci che una donna è tornata dalla California con una presunta inflenza suina, ma che i test hanno evidenziato non essere nulla più di una banale influenza. Matteo Dean, giornalista di RaiNews24, racconta da Città del Messico uno scenario che non corrisponde esattamente a quello che ci viene raccontato. Sarebbe bello conoscerle bene queste notizie ma Repubblica non ritiene il Messico neanche degno della prima pagina. Certo se si preoccupa Obama, qualcosa vorrà pur dire... però intanto l'oms sta leggermente ritrattando il numero dei morti effettivamente riconducibili all'"influenza suina".

lunedì 27 aprile 2009

Io e te non siamo uguali



Io e te non siamo uguali. Tu sei fascista e io antifascista. Forse per te questo non conta niente. Per me invece conta molto.

Ti vedo: hai i capelli come me, due occhi come me, una bocca, le orecchie, due seni e il sangue che ti scorre tra le gambe ogni mese. Tutto uguale, ma io e te siamo diverse.

Hai avuto figlie come le ho avute io, hai una famiglia e ami qualcuno. Proprio come me. Ma io e te siamo diverse.

Hai quel sorriso che ti fa una piega strana, una ruga piccola proprio a sinistra del tuo naso. Come se mi guardassi allo specchio. Ma io e te siamo diverse.

Non lo dico per capriccio. E’ un fatto preciso. Te lo posso provare. Ho impiegato una vita a trovare le prove. Per smentire tutti quelli che mi dicevano che io e te eravamo la stessa cosa.

Mi guardavano come si guarda una matta. Eravamo arrivate a questo. Non mi credeva più nessuno.

C’eri tu che dicevi che eravamo uguali e sei riuscita a convincere tante che mi ripetevano le tue parole. Come un mantra. Io come te. Io come te. Io come te.

Non so spiegarti come mai. Forse la mia natura ribelle. Forse perché ho letto la storia e ho ascoltato i racconti delle mie nonne. Tutte persone non sospette. Non militavano in nessuna organizzazione e non alzavano mai la voce. Semplici donne di paese. Avevano il difetto di non essere cieche e di non essere vigliacche.

Condannate alla fame, passavano il tempo a seppellire morti. Se fossero ancora vive mi darebbero ragione, mi direbbero che io e te non siamo uguali, stanne certa.

Io so che è così. Non basta avere lo stesso colore del sangue e appartenere allo stesso genere per essere identiche.

Io e te siamo diversissime. E’ impercettibile per chi non ha chiare le differenze ma persino tra le sorelle gemelle si finisce per saper distinguere una dall’altra.

A me non è mai capitato di voler vivere all’ombra di un uomo. Io non ho mai avuto la passione per il “capo”. Non mi interessa coccolare la fragilità del carnefice. Non mi interessa emergere come donna portatrice delle idee di mio nonno, di mio padre, di mio marito perchè so distinguere tra l'affetto e il senso critico. Non mi interessa fare violenza al mondo per riconciliarmi con i miei affetti. Non mi interessa usare i miei affetti per puro calcolo e per evitare di riconciliarmi con il mondo. A te invece si.

A me non è mai capitato di giustificare il mio ragazzo o mio marito se esce con la spranga e va a malmenare un immigrato. A te invece si. Tu sei persino riuscita a trovare una ragione politica per questa carneficina.

Io non potrei essere complice silenziosa di un figlio, di un uomo che ritiene giusto stuprare una donna per darle una lezione. Non potrei mai ridere alle battute cattive di un marito che giudica e condanna le donne che amano altre donne. Io non potrei vivere con un marito che pensa di dovermi “aiutare” a fare più figli per il bene della patria. Tu invece si.

A me non è mai capitato di considerare altre persone degli esseri inferiori. A te invece si.

A me non è mai capitato di voler imporre la mia opinione su ogni persona della nazione in cui abito. A te invece si. Tu sei convinta che la tua malsana idea sia quella giusta e pur di affermarla uccideresti me. Mi uccideresti a mani nude mentre guardi i miei capelli, la mia bocca, i miei occhi, guardi scorrere il mio sangue e in quel momento e solo allora sei disposta ad ammettere in pubblico, a confessare, che io e te non siamo uguali perché per te io sono niente. Meno di zero.

Capirai certo che non posso rischiare la vita per scoprire il tuo segreto anche perché so già che proverei una delusione. Mia nonna me lo ha raccontato. L’indifferenza è quella che ammazza di più.
Anche se ti scoprissi e ti inducessi ad ammazzarmi in pubblico sono quasi certa che tutti rimarrebbero impassibili, perché confondono la menzogna con la realtà o per convenienza, anzi ci sarebbe persino chi riconoscerebbe in me una colpa e in te il diritto di togliermi la vita.

Perciò non mi resta che farti sapere, dirlo a te, che so mi crederai perchè sei mia nemica. E’ una parola dura, bandita in questo pezzo di secolo. Mi hanno detto che bisogna dire che siamo tutte amiche. Ma io so cos’e’ l’amicizia e tu non sai dimostrarne ne’ a me ne’ a tante altre donne come me.

Tu e io siamo diverse ed è un problema tuo perché te ne devi assumere la responsabilità.

Oggi, lo sai, non è più come una volta. Non lo è grazie a quelle come me. Perciò non devi fare quello che fa tuo marito, non devi cancellare tutto per tenere unita la famiglia, non devi assolvere gli uomini che hai incontrato perché non sapresti come stare al mondo senza di loro.

Oggi sei indipendente, puoi esserlo, hai molte scelte. Tra queste anche quella di appartenere ad un nucleo separatista verde, di rifarti la faccia di plastica e andare a sbraitare in tivu’ sulla purezza della razza e sulla magnificenza del dio cattolico, o quella di fare la fascista del terzo millennio che trova una dimensione sociale nei concerti durante i quali si inneggia alla morte della opinione altrui sul piano fisico.

Non hai più scuse, per me non ne hai mai avute. Sei un pezzo di storia sbagliata che decide e non si indigna mentre i bambini di altre razze vengono cacciati fuori dalla scuola, dal diritto ad una esistenza degna, dalla loro stessa vita. Sei quella che vomita concetti che diventano leggi e si impongono nella mia sfera privata. Sei quella che mi tratta come fossi un numero che deve obbedire quando riceve gli ordini.

Io e te non siamo uguali e mi sono stancata di sentire chi dice che non è così. Smetti di dire bugie e di nasconderti dietro la confusione. Smetti di disorientare, di fare la vittima, di strisciare come un verme tra equivoci e fraintendimenti. Smetti di essere vigliacca. Assumiti la responsabilità di ciò che sei e dillo almeno a me, a me soltanto.

Io e te non siamo uguali. Le donne non sono tutte uguali. Maledette quelle che hanno provato a farmelo credere.

Io e te non siamo uguali. Con te io non condivido niente. Non celebro feste e *unità* di nessun genere. Perciò smetti di mentire e stammi lontana perché se dovessi incontrarti, se tu dovessi interferire ancora con le mie scelte, se tu dovessi ancora impedirmi di esistere, se tu dovessi ancora dirmi che io sono uguale a te, mi sentirei veramente offesa e reagirei. E sarebbe legittima difesa.

Pubblicato da: Femminismo a Sud

domenica 26 aprile 2009

La truffa informatica




Mi ricordo che ai tempi delle superiori, 11-12 anni fa quindi, ebbi una discussione in classe con la professoressa di informatica. Chiese se secondo noi da lì a 10 anni, ci sarebbe stata lo stesso tipo di tecnologia per quanto riguarda le memorie di massa; tutti risposero no tranne, naturalmente, me. Oggi questa signora dalla mente angusta, probabilmente sorriderebbe compiaciuta di aver detto una cosa intelligente, se non fosse che invece è una gran cantonata. Siamo vittime di un inganno, una grossa truffa, ce l'abbiamo davanti agli occhi ma siamo troppo ciechi per accorgercene. Mai sentito parlare di tecnologie della prossima generazione? Sono delle tecnologie già esistenti, sperimentate e funzionanti, ma questo non significa che siano messe a disposizione delle masse, ovvero commercializzate. Perchè mai, vi chiederete. E' la semplice legge numero uno del mercato: non mettere in vendita un prodotto che ne vada a sostituire un altro, se non hai prima sfruttato al massimo, economicamente parlando, quello da mandare in pensione. In questa maniera tecnologie all'avanguardia belle pronte, vedono la luce sul mercato dopo anni. Poi dicono che sono i comunisti ad ostacolare il progresso... Ma la vera truffa non è ancora questa. L'altro giorno sono andato ad acquistare una "chiavetta" U.S.B. da 8 Gigabyte: prezzo 19.90. Poi sono andato a dare un'occhiata ai prezzi degli Hard Disk esterni. Ce n'era uno da 1 Terabyte (cioè 1028 Giga) al prezzo di 119.00. Ora, non posso dire di essere efferato in matematica ma se è vero, ed è vero, che 20x6=120, 8x6=48 e 1028-48=980, mi devono spiegare perchè cavolo devono farmi pagare lo stesso prezzo per 6 chiavette per un totale di 48 Giga e per un Hard Disk da 980 Giga in più! Non so se vi è chiara la truffa, ma ve la spiego meglio, facendovi una piccola carrellata storica. Negli anni '50 c'erano i dischi coi loro bei giradischi; negli anni '60-'70 sono uscite le cassette su nastro, mentre i primi pc hanno dei floppy disk in formato grande; anni '80 ecco spuntare le videocassette e i floppy formato ridotto; fine anni '80 escono i primi cd audio; negli anni '90 i cd sostituiscono man mano le cassette audio, si abbandonano i mangianastri o "walkman", e vengono utilizzati come formato per i pc; metà anni '90 vedono la luce i primi dvd; dal 2000 in poi escalation di dvd doppio strato, chiavette usb, lettori mp3, blutooth, bluray, ecc. Bene, all'apparenza la mia prof aveva ragione, in verità no. Se ragioniamo su questa evoluzione vediamo degli effettivi cambiamenti dai dischi alle cassette, poi dalle cassette ai cd. Ma tra i cd e i dvd, e tra le chiavette, i primi hard disk e quelli di adesso, gli i-pod e quant'altro, sapete qual'è la differenza? Nessuna. Cambia l'estetica, la facciata, il formato, ma la tecnologia è sempre la stessa. Aumenta via via la capacità di questi supporti, ma la sostanza non cambia. E' un po' come le auto. Ti cambiano l'estetica, la carrozzeria, ma quali sono gli effettivi cambiamenti rispetto a 20-30 fa? Ben pochi. I prezzi invece? Alle stelle. Ogni volta viene aggiunto una cosettina che fa diventare la Playstation2 una Playstation3, o viene semplicemente ridotto il formato e allora diventa Psp, e ci guadagnano milioni. Su cose che sono state inventate 20 anni fa ma che che vengono messe in commercio con il contagoccie. Ecco spiegato il furto dei gigabyte. Oggi al massimo ti concedono un formato di 100 al prezzo di 10, domani costerà 7, ma il formato massimo sarò passato a 200 al prezzo di 10 magari con un bel colore ed il display, e così via. Certe volte vorrei non sapere queste cose, mi fanno male alla digestione, ma, vabbè pazienza.

venerdì 17 aprile 2009

Controlli

Oggi vi voglio far vedere un documento che ho scoperto grazie ad un blog che si chiama Cogitabondo. Si tratta della Circolare numero 27 della Direzione Generale dell'INPS, datata 25 Febbraio 2009, che recepisce una direttiva del Ministro del Lavoro Sacconi, circa le misure di intervento riguardanti l'irregolarità lavorativa. In pratica determina quali sono le 10 aree sulle quali si dovranno maggiormente intensficare i controlli. Vi troviamo in ordine decrescente le cliniche private, le attività stagionali, le cooperative, l'agricoltura, l'edilizia, i titolari di partita iva ed al primo posto, the winner is, le AZIENDE ETNICHE. Devo dire che non sapevo ci fossero aziende etniche. Cioè, se domani andassi a controllare i registri alla Camera di Commercio, troverei una sezione apposita tra le aziende avviate, con scritto aziende etniche? Se poi si sfoglia il documento e si va a leggere la parte che ne parla, il mistero si infittisce. C'è infatti scritto che "l'azione di vigilanza sarà privilegiata (un privilegio non c'è che dire) verso le realtà economiche gestite da minoranze etniche o organizzate con l'impiego di lavoratori appartenenti a tali minoranze". Motivo: spesso in queste aziende si sfrutta la manodopera. Evito di dire l'ovvio, ovvero che la nomenclatura rasenta, diciamo così, la discriminazione. Vorrei soffermarmi su due punti. L'Italia è, da anni, al primo posto in Europa per tasso di occupazione informale, da tempi ben più remoti rispetto al boom dell'immigrazione. Ciò significa che gli sfruttati non sono solo immigrati, ma anche italiani. Come la mettiamo? Il Ministro Sacconi e l'Inps si preoccupano di tutelare solo i lavoratori immigrati? O forse c'è dell'altro sotto? Proviamo ad immaginarci di essere nell'ufficio di chi decide dove mandare questi controlli. Secondo quanto affermato dal documento, si da precedenza alle aziende con titolari immigrati, magari provenienti da determinati paesi in particolare aggiungo io, o alle aziende organizzate con lavoratori cittadini di suddetti paesi. Domanda da un milione di dollari. Ma se questi lavoratori sono irregolari, in nero insomma, come fanno a risultare negli archivi Inps? Chiaramente non risultano; si evince quindi che verranno controllate tutte le aziende che dichiareranno di avere come dipendenti, persone immigrate. Vi sembra verosimile? A me no. Mi sembra più fattibile invece che se Paolo Brambilla, appartenente alla maggioranza etnica, è titolare di un'azienda, verrà controllato, se verrà controllato, solo dopo le aziende di proprietà di stranieri. Che importa se anche lui sfrutta lavoratori. Vuoi mettere l'onta di essere sfruttato da immigrati? Per la serie "Padroni a casa nostra" questa direttiva sembra escogitata non a combattere lo sfruttamento dei lavoratori, ma a far si che torni ad essere prerogativa italica. Questo si che è patriottismo.

giovedì 16 aprile 2009

Ricatti

Il governo ha deciso di non accorpare nella stessa data le elezioni europee e amministrative con il referendum sulla legge elettorale. Dopo una settimana di passerelle, promesse, onnipresenza televisiva e discorsi patriottici, il cantastorie Berlusconi a tolto la maschera ed i pantaloni e si è inchinato alla volontà della Lega. Questo è quello che succede quando si creano coalizioni tra partiti che hanno interessi diversi. Sopratutto quando quelli numericamente minoritari hanno però peso enorme sulla stabilità di un governo. Ricorda molto quanto successe due anni fa al centrosinistra con Mastella. Il problema secondo me è un problema della democrazia di questo paese chiamato Italia; un paese dove la maggioranza impera e l'opposizione, anche per suoi (de)meriti, è completamente inascoltata. Ecco allora che se parte della maggioranza più l'opposizione sono di un parere ma la Lega è contraria, la democrazia italiana fa si che abbia ragione la Lega. Perchè? Perchè altrimenti cade il governo. Berlusconi ha detto che non è stato un ricatto ma solo accontentare la Lega. In barba alla maggioranza del Parlamento che quando vota cose che a lui garbano, è sacrosanta, ma in questo caso non conta, ma soprattutto in barba al motivo per cui era stata fatta la richiesta: risparmiare i soldi per quella votazione ed utilizzarli per le persone in Abruzzo. Di fronte a questo la Lega per bocca di Calderoli ha risposto picche, è più importante salvaguardare gli interessi politici. Allora io comincio a coltivare una speranza. Perchè stavolta, ne sono certo, non la faranno franca. Berlusconi qualche giorno fa si era dimostrato disponibile, perchè lui non è un fascista è solo un grande arraffone, e lo sa che la gente lo avrebbe apprezzato quel gesto. Però sono arrivati i padani a rompergli le uova nel paniere e a minacciare la crisi, cosa che non poteva permettersi, perchè altrimenti addio lodo Alfano e riapertura del processo per le tangenti all'avvocato Mills a suo carico. Se persino la Mercegaglia, presidente di Confindustria, si è schierata contro, vuol dire che proprio è una gran porcata. I Leghisti proprio non ce la fanno a fare una cosa sensata, una cosa che sia veramente per la gente. Dopo la bocciatura delle ronde e per l'aumento dei tempi di reclusione nei C.I.E. per le persone immigrate, un'ulteriore perdita d'immagine, stavolta molto significativa a livello di consenso. Soprattutto per l'esternazione di Berlusconi che ha praticamente, e furbescamente, dato la colpa a Bossi e seguito, per il mancato accorpamento delle votazioni. Il castello di carte sta cominciando a sgretolarsi. Speriamo...

mercoledì 15 aprile 2009

Calcio balilla



La Gazzetta dello Sport non smentisce la tendenza che vi ho già segnalato, nel mettere in risalto una particolare parte politica e periodo storico. Cose che con lo sport non hanno nulla a che vedere insomma. Ultimamente molti si chiedono come mai stia dilagando il pensiero (?) di estrema destra fra i più giovani; la Gazzetta risponde con un ciclo di tredici dvd dal titolo "La storia del fascismo", il primo in vendita a solo 1 €. Solita giustificazione: non è apologia, i lettori hanno uno spirito critico ed è giusto che conoscano la storia. Strano, pensavo esistessero delle strutture chiamate scuole, con delle persone qualificate chiamate professori, per assolvere a questo compito. Ma forse in questo periodo di vacche magre, si preferisce che l'istruzione sia autodidatta e quale miglior metodo se non uno unidirezionale come un dvd, che ci permetta di apprendere senza far domande. Ecco allora che tra un fumetto dell'Uomo Ragno e i video sugli sport estivi raccontati da dei simpatici animaletti, la Gazzetta si fa portatrice della conoscenza e ci regala, si fa per dire, questa chicca, decisa ne siamo certi, in completa autonomia da pressioni politiche. Ancora una volta tanti complimenti.

domenica 12 aprile 2009

Berlusconi e lost

Vi posto questo video fenomenale creato da tale Konserva. Io ne farei l'hit del momento se fossi in lui.

giovedì 9 aprile 2009

Speriamo...



Ieri è successa una cosa. Forse è una piccola cosa, forse è insignificante o forse è l'inizio di qualcosa. Alle votazioni alla Camera per trasformare il Decreto Sicurezza in legge, su due punti la Lega è stata battuta. Uno è quello che portava il periodo di detenzione delle persone prive di permesso di soggiorno nei C.I.E. (ex CPT), da due a sei mesi; l'altro quello delle ronde. C'era il voto segreto e molti deputati del Pdl hanno votato contro. Questo ha fatto parecchio incavolare Maroni, che ha parlato di "indulto per i clandestini", a sottolineare come i Centri di identificazione, siano in realtà delle vere e proprie carceri. Forse non significa nulla o forse qualcuno sta iniziando a sentire che l'aria sta cambiando, forse qualcuno nonostante l'imposizione del pensiero unico al monoblocco di destra, in coscienza sa che questo modo di operare sta oltrepassando i limiti di un fare civile e democratico. Certo, sentire la GRANDE soddisfazione da parte dell'opposizione per aver raccolto queste due bricioline, mi provoca un mix di riso e pianto, però il fatto che qualcuno tra gli alleati cominci a contrastare, la finora incontrastata avanzata Leghista potrebbe essere un segno di speranza. Speriamo.

mercoledì 8 aprile 2009

Morti di serie A, morti di serie B

Quanto scriverò oggi sarà un ragionamento forse indigesto a tanti, per il suo cinismo, ma è quello che penso. Due giorni fa capita il terremoto negli Abruzzi, ad oggi le vittime accertate sono 260. Cordoglio, mobilitazioni, raccolte fondi, aiuti partono da ogni dove. Tutta Italia si unisce nel dolore per queste persone, per chi è sopravvissuto, per chi non ha più una casa. Verrebbe da dire che è una cosa scontata, che forse non andrebbe neanche sottolineata, per quanto dovrebbe essere naturale. Verrebbe da dire che gli italiani sono un popolo solidale, che fa sentire la propria presenza ed il proprio sostengo tra i suoi membri. Ad una più attenta analisi bisognerebbe però aggiungere che questo avviene solo quando si tratta di tragedie, nella vita di tutti i giorni questo succede un po' meno. Un messaggio che se ne potrebbe trarre è che l'unione, questo popolo, la trova solo nei momenti più bui, nel baratro della disperazione, mentre riuscire a trovare una qualche forma di coesione organizzata, ragionata, genuina quando non si è costretti dagli eventi (guerra o catastrofi naturali), sembra impossibile. Già questa prima riflessione è di un cinismo tale, che leggerla in un qualunque giornale, sarebbe impensabile. Ma il bello lo devo ancora dire. Si perchè, una settimana fa circa, è successo un fatto piuttosto grave, che già oggi però è completamente entrato nel dimenticatoio. Nel Mediterraneo sono affondate delle imbarcazioni. Non si sa di preciso quante persone ci fossero a bordo, perchè non erano navi "ufficiali", non vengono tenuti dei registri. Si può solo ipotizzare. Alcuni giornali, come il Tempo, ipotizzano 200, altri, quasi tutti vanno dai 300 in sù. Cordoglio, mobilitazioni, raccolte fondi, aiuti non sono partiti, da nessuna parte. Perchè? Perchè non si tratta di persone italiane ma di clandestini, parola che ormai non definisce più lo status di chi si trova in Paese senza permesso di soggiorno, ma è un etichetta per qualunque migrante. Ecco allora che questi morti di "serie B" non meritano lacrime, non meritano niente. In questi giorni ci si chiede se non sia possibile prevedere quando Madre Natura si incazza, per prevenire eventi come i terremoti, ma non ci si pone minimamente il problema, di ricercare i reali perchè delle tragedie che accadono al largo delle coste Mediterranee. Perchè devo sentirmi più triste e più solidale se muore un italiano a causa di un disastro naturale, di quando muore una persona di una qualsiasi altra nazionalità, annegando in cerca di una vita, che assomigli alla nostra vita? Mi fa ribrezzo lo sprezzo per la vita altrui che c'è in questo paese di bigotti. E' questo che significa essere cittadino di uno Stato? Che la vita di chi nasce all'interno dello stesso perimetro fittizio in cui vivo io, ha più valore di quella di qualcuno che vive al di fuori?

domenica 5 aprile 2009

Fronte del porto

Questo post è il seguito di quello di ieri, sul ritrovamento di 24 bambini alla stazione Ostiense di Roma. La risposta a tutte le domande poste viene grazie allo straordinario lavoro di un gruppo di Associazioni che si chiama "Tuttiidirittiumanipertutti". Martedì 31 Marzo questo gruppo ha organizzato un'assemblea pubblica in un centro culturale di Mestre a cui hanno partecipato esponenti di Emergency, di Amnesty International, avvocati, Assessori ed il Sindaco di Venezia, Cacciari. Fortunatamente erano anche presenti un bel po' di persone, cittadini, tra cui il sottoscritto. Tema dell'evento: i sistematici respingimenti eseguiti dalla polizia portuale dal porto di Venezia, ma anche da quello di Ancona, Brindisi e Bari, verso la Grecia, Patrasso per la precisione. La battaglia di queste Associazioni è nata dalle tragedie di persone che immigrano e che spesso negli ultimi anni, hanno concluso il loro viaggio morendo nascosti magari in container o sotto le ruote di un tir. Le autorità naturalmente alle prime richieste di delucidazioni, non hanno voluto rispondere, perchè tanto loro non devono rispondere alla cittadinanza, ma solo al politico di turno. Una delegazione del gruppo ha allora deciso di andare direttamente a Patrasso a parlare con le persone che vengono respinte. Ciò che è emerso è sconvolgente. Come ho già avuto modo di scrivere nel post su Saiwan, la legge dice che ci deve essere un mediatore che parli a queste persone in una lingua loro comprensibile e che spieghi i loro diritti, che le richieste di asilo devono essere obbligatoriamente accolte e che vengano esaminate da una Commissione competente, che i minori comunque non possono essere respinti. Cosa succede invece? Succede che troppe persone ormai chiedono l'asilo pur non avendone il diritto, quindi la misura adottata è quella del respingimento immediato, senza ascoltare le istanze, senza verificare l'età, senza nessun interprete o commissione. Ad eseguire è la polizia portuale. Qualcuno ha cercato di dire che la colpa è dei poliziotti, che di loro iniziativa agiscono a quel modo. Sinceramente mi sembra una fesseria. Ci sono delle gerarchie, degli ordini che vengono impartiti da qualcuno ed eseguiti da qualcun altro. Questo succede in ogni occasione in cui siano implicate le Forze dell'Ordine, non si vede per quale ragione qui dovrebbe essere differente. Per altro dalle testimonianze, si evince che i respingimenti avvengono da più porti quindi è inverosimile pensare che che vi siano identiche iniziative personali che simultaneamente vengono messe in pratica in luoghi diversi. L'Assessore alle Politiche Sociali, durante il suo intervento, poi ha detto una frase criptica, ma neanche tanto, a riguardo: "E' impensabile poterli accogliere tutti". Sono d'accordissimo è impensabile; ma la soluzione dovrebbe essere che un organo superiore (Stato italiano o Comunità Europea) si adoperi per implementare degli interventi per far fronte alla situazione, che è un qualcosa che riguarda l'Europa intera di cui l'Italia altro non è che uno degli accessi più agevolati in termini geografici. Invece no, la soluzione è cacciarli in barba alle leggi. Per altro esiste una norma che io chiamo "SCARICA BARILE". Questa disposizione dice che se uno Stato U.E. identifica un "immigrato clandestino", che è già stato "ospite" di un altro Stato U.E. lo può rispedire al mittente, poi sarà affare di quest'ultimo la sorte di quella persona. Lo Stato principale attraverso il quale entrano in Europa la maggior parte delle persone provenienti da paesi Asiatici (come Afghanistan o Iraq), ma anche dall'Africa (Sudan), è la Grecia. Grecia che però è oggetto di un, chiamiamolo così, contenzioso con l'Unione Europea. Perchè? Perchè la percentuale di richieste di asilo accolte dal governo ellenico è pari allo 0,01% in primo grado e allo 0,1% con il ricorso. Nel 2007 su 20000 persone richiedenti, solo 8 avevano i requisiti, secondo gli esaminatori. Per questo fatto, una circolare dell'U.E. chiede espressamente a tutti i Paesi di non respingere le persone verso la Grecia. La polizia dei porti italiani affaciati sull'Adriatico, invece le manda proprio lì, senza che il loro passaggio in territorio italiano venga documentato, di fatto quindi, negando loro anche la possibilità di fare un qualche tipo di ricorso. Una volta giunti in Grecia tante di queste persone, tanti minori, vengono rimpatriati nei loro paesi d'origine, che spesso sono paesi in guerra. Qualcuno potrebbe dire, seguendo un po' il ragionamento dell'Assessore: "Ma noi che colpa ne abbiamo?". Vi do un dato, sottolineato dal rappresentante di Emergency. L'Afghanistan è famoso per essere il più grande produttore ed esportatore di oppiacei del mondo. Quando nel 2001, gli U.S.A. e la N.A.T.O., quindi anche l'Italia, sono andati a fare la loro missione di pace, uno degli obiettivi dichiarati era quello di debellare il traffico di droga proveniente da quel Paese. La produzione afghana di oppiacei al 2001 era pari al 50% della produzione mondiale, oggi è al 90%. Che colpa ne abbiamo noi, se 24 bambini afghani sono costretti a dormire tra i tombini e i cassonetti di una stazione di Roma? Nel frattempo...

sabato 4 aprile 2009

Verso un mondo migliore



Punto numero uno. A cosa servono le leggi? No, sul serio non è retorica. A cosa serve pensarle, scriverle, farle conoscere? La risposta dovrebbe essere: per regolare la vita delle persone e per punire chi contravviene a quanto stabilito. Bene. Punto numero due. Il Diritto di Asilo è appunto un diritto, non una concessione facoltativa; si certo, bisogna rispondere a determinati requisiti, ma recepire la richiesta è obbligo, non scelta. E' sancito da qualche convenzione internazionale, costituzioni e leggi nazionali. Punto numero tre. Il diritto dei minori ad essere accolti e il divieto ad essere respinti, sono appunto un diritto ed un divieto, non decisioni discrezionali. Anche qui ci sono convenzioni, carte, accordi, chiamateli come volete. Bene. A Roma in data 2 Aprile 2009 succede però un fatto. Alla stazione Ostiense vengono trovati 24 bambini afghani che dormono tra i rifiuti; ne danno notizia, fra gli altri, la Repubbblica, il Giornale, la Stampa e il Tempo. Come si nota leggendo gli articoli, il Giornale ed il Tempo si adoperano per sminuire la gravità della situzione, con dei trucchetti giornalistici. Il primo nel titolo inserisce la parola "bufala", il secondo dedica alla notizia un paio di righe per poi raccontarci di tutt'altro, come se parlare di un'ambulante che vende occhiali, fosse della stessa entità. Ancora una volta complimenti a chi scrive e a chi legge questi quotidiani. Ma torniamo a noi. Abbiamo detto che ci sono leggi sull'asilo e sul diritto dei minori. Quindi, com'è possibile che 24 ragazzini tra i 10 e i 15 anni provenienti da un paese come l'Afghanistan in piena missione di pace, detta anche guerra, invece di presentarsi ad una frontiera e fare richiesta, si ritrovino in quelle condizioni? Chi è che non fa il proprio dovere, come vorrebbero le leggi, chi è che non le fa rispettare? Ripeto la domanda iniziale. A cosa servono le leggi? Forse a questo punto la risposta è: a farci percepire un senso di sicurezza, che le cose non siano lasciate al caso, che ci sia un pensiero a cui poi seguono delle azioni. Il problema è che la percezione poi spesso non si traduce in realtà di fatto e a pagare sono quelli meno tutelati.

venerdì 3 aprile 2009

In autobus a Foggia




Oggi spezziamo una lancia a favore della Lega: il razzismo non è solo sua prerogativa. A Foggia è stato deciso di istituire una linea alternativa di autobus dedicata esclusivamente agli immigrati. Motivo? Questioni di ordine pubblico. In effetti quando salgo sulle corriere di Mestre io questi problemi li vedo tutti i giorni. Tra le persone italiane a bordo, età media 70 anni, c'è sempre quello che non perde l'occasione per offendere, urtare di proposito o intrattenere comizi con altre persone sugli (contro) immigrati. Una volta ho assistito ad una scena nella quale un conducente non voleva far salire due genitori indiani con il bimbo in carrozzina sotto un diluvio e senza ombrello, con la scusa che il passeggino non era di quelli richiudibili. Sono certo che se avessero avuto delle sembianze italiane sarebbe successa la stessa cosa. Uno degli slogan preferiti è : Guardate che roba, non se ne può più. Di cosa? Di vedere colori diversi, maniere di vestire diverse, sentire lingue diverse. Quando si sente parlare di problemi di ordine pubblico il messaggio fra le righe è "problemi causati dagli immigrati agli autoctoni". Il razzismo naturalmente non c'entra come non manca di sottolineare il Sindaco di Foggia negli articoli che ne parlano presi da il Giornale, Repubblica e la Stampa. No, non è percepito come razzismo. C'è una sorta di autoreferenziale giustificazione, derivante dal fatto che si è a "casa" propria, unita ad una interpretazione della democrazia secondo cui ognuno è libero di dire e fare quel che gli pare. Sono nato in un posto quindi ho la precedenza rispetto agli altri, la mia opinione ha più peso, se ci sono problemi ho ragione a prescindere. Ma non è razzismo. Quando è razzismo, mi chiedo? Quando dici a uno sporco negro? Arabo di merda? Cioè, razzismo è solo una parola o magari è anche atteggiamenti, maniera di trattare con disprezzo, catalogare a priori su base nazionale, etnica, addirittura continentale? La settimana scorsa, parlando con un tale di Israele e Palestina, mi ha detto: Israele è più vicino alla cultura europea, mentre i palestinesi hanno una cultura afroasiatica, è normale che ci sentiamo più legati alle ragioni isrealiane. Sapete io mi sono reso conto di una cosa. Il discorso sul miglioramento delle persone, sulla loro civilizzazione grazie all'alfabetizzazione e all'istruzione è ampiamente sopravvalutato.

giovedì 2 aprile 2009

Sulla via di Agadez



Vi posto il link a questo straordinario reportage di Fabrizio Gatti. Si chiama appunto "Sulla via di Agadez". Agadez è una città del Niger sulla cosiddetta via dell'uranio. L'inchiesta parla della guerra per l'uranio finanziata dalla Francia, che appoggia i tuareg, e di come questo sia strettamente connesso all'immigrazione, cosiddetta clandestina, verso l'Italia. Evviva il vero giornalismo!

mercoledì 1 aprile 2009

Vive la France!




Ieri i dipendenti della Caterpillar Francia hanno assediato 4 manager del gruppo all'interno delle sede dirigenziale. Motivo? I promessi tagli sul personale. Ecco come danno la notizia il Giornale, Panorama e il Corriere. Notate lo stile del Giornale e di Panorama. Il primo inizia con un commento leggermente fazioso "gli operai che non sanno reagire altrimenti al licenziamento"; certo, dovrebbero fare la riverenza, ringraziando i dirigenti per averli sfruttati finchè servivano per poi con la crisi, mentre loro continuano ad intascare milioni in stock options, licenziarli e lasciarli per la strada. Berlusconi ha detto ai cassaintegrati di darsi da fare: questi operai l'hanno preso alla lettera. Panorama invece la butta sulla violenza, fuoco e fiamme, non bisogna avere empatia per chi protesta. Ma che bravi. Finalmente i lavoratori stanno iniziando a capire che si devono incazzare e fortemente anche, non con gli immigrati che sono più vittime di loro, ma con le dirigenze. Italiani, a che ora suona la sveglia per voi?