Anche per questo il sunsplash dà fastidio

mercoledì 5 novembre 2008

Costituzione: Articolo 1

La settimana scorsa ho partecipato alla manifestazione studentesca a Venezia. Per la prima volta nella mia vita ho visto un qualcosa di simile nella città in cui sono nato, c'erano tante persone, tanti ragazzi delle superiori. In proporzione però c'erano molti meno universitari, la presenza di persone esterne era invece prossima allo zero. Credo che questo la dica lunga su quale sia la mentalità del paese in cui viviamo. Prendiamo l'articolo 1 della Costituzione: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Perchè un paese deve essere fondato sul lavoro, qual'è la logica? Io direi che, inanzitutto, dovrebbe essere fondato sulle PERSONE che lavorano, altrimenti il messaggio è che il Lavoro venga prima di tutto, prima delle persone. Una persona è composta di tante sfere tra le quali c'è anche quella lavorativa, che però non è l'unica. Mi pare che l'articolo della Costituzione ci insegni invece che L'Italia è fondata solo su quello che produciamo, tutto il resto di ciò che siamo non conta, conta solo il lavoro.
E se per ipotesi l'articolo recitasse: l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sull'istruzione? Uno dei grandi capisaldi della civilizzazione all'occidentale è l'istruzione; la scuola è considerata la più importante agenzia educativa, dopo la famiglia, anche se la ministra Gelmini ci ricorda che dovrebbe avere solo una funzione didattica e nessuna sociale; sicuramente le basi delle persone che saremo in futuro vengono costruite durante il periodo della scuola. Perchè allora la Repubblica non può essere fondata sull'istruzione, perchè in questo paese, soprattutto nel GRANDE nordest, che insieme alla Sicilia ha il più basso tasso d'istruzione d'Italia, sotto la media europea, l'istruzione non conta? Perchè una persona che nella vita vuol cercare di fare, avere, sapere qualcosa che non rientri nel canone lavorativo del Mercato deve sentirsi dare del fannullone?
Sono tutte domande retoriche, conosco perfettamente le risposte, ma ritengo che debbano comunque essere poste per arrivare all'unica vera domanda: perchè le persone hanno deciso di essere ciò che la Costituzione (il mercato) impone loro di essere, lavoratori, meri esecutori in cerca di sopravvivenza, che hanno talmente perso di vista ciò che potrebbero o avrebbero potuto, da provare disprezzo per chi invece vuole essere qualcos'altro? Ce l'ho con chi vedendo le proteste di questi giorni, ma in verità qualunque tipo di protesta, ti urla "andate a lavorare" o "non potete bloccare tutto, la gente deve andare a lavorare". A queste persone potrebbe cadere un meteorite a un metro che tranquillamente se ne andrebbero al lavoro non curanti, basta che non siano stati sfiorati. Persone che hanno figli, nonni, operai prossimi alla pensione dopo anni di battaglie e conquiste, persone che a loro tempo decisero di lasciare la scuola perchè non avevano voglia di fare un cazzo e sono andati a lavorare e adesso ce l'hanno con chi questa possibiltà non l'ha buttata nel cesso, gente che protestare non serve perchè tanto si dicono sempre le stesse cose, altre che pensano che la protesta sia antidemocratica.
Forse influisce il fatto che il 70% della popolazione è over 45 e quasi il 25% è anziana, cioè dai 65 anni in su, ma non può essere una giustificazione. Qui è in gioco il futuro, il futuro del paese per chi pensa alla patria, il futuro della comunità per chi pensa alla collettività, il futuro dei propri figli e nipoti per chi pensa solo a se. E' in gioco anche il presente, il presente di giovani che studiano una vita e poi si trovano a fare numero nelle statistiche degli Occupati Istat facendo lo stesso lavoro di chi non ha mai aperto un libro, il presente di chi perde il lavoro o è in perenne mobilità perchè le sue skills da spendere sul mercato del lavoro (testuale da libro di economia), sono ormai obsolete, il presente di tanti anziani che avrebbero bisogno di una rete di sostegno preparata ma che si devono accontentare del volontariato. Infine è in gioco il passato perchè a colpi di revisionismo, quelli che fino a ieri erano considerati eroi, oggi sono infami, mentre quelli che hanno provato a metterci il giogo e che oggi ci stanno riuscendo, vengono idolatrati senza che nessuno, o quasi, dica nulla.

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