Anche per questo il sunsplash dà fastidio

domenica 30 novembre 2008

Saiwan

Vi invito prima di tutto a leggere questo articolo che riguarda un fatto successo nel Luglio del 2007. Mattino di Padova.
Io mi ricordo di aver sentito di questa storia ad un telegiornale. La notizia era incentrata sui morti clandestini, tanto per far intenerire o schifare qualcuno all'ora di cena; poi più nulla. Così ho pensato di raccontarvi un qualcosa in più di questi quattro CLANDESTINI. La storia l'ho sentita da quello che non ha fatto notizia, Saiwan (spero si scriva così altrimenti mi scuso con lui), quello che è sopravvissuto. Inanzitutto le età: 22, 23, 25, 27 anni. Provenienza Nord Iraq, zona Kurda. Nell'immaginario collettivo da perfetti ignoranti quali siamo, pensiamo a quelle zone come ad aree di povertà e che quindi una persona parta per motivi economici. Invece non è così. Quell'area è molto ricca, racconta Saiwan, il fatto che vi siano guerre, ne è la triste dimostrazione. In un clima simile puoi fare solo tre cose: uccidere, farti uccidere o andartene e abbandonare tutta la tua vita. Parti con il mito dell'Europa, dove, finalmente lì si!, i diritti delle persone vengono rispettati. Parti con altre persone, con destini che si incrociano in quell'odissea, persone che neanche conosci. Scopri che uno di loro ha già fatto un viaggio simile, destinazione Inghilterra. E' rimasto per 6 anni come rifugiato poi, quando è caduto il regime di Saddam Hussein, è stato rispedito a casa, perchè l'Iraq non era più considerato un paese pericoloso. Fatto curioso questo, visto che rientra nel novero dei cosiddetti "Stati canaglia", che si accusano essere fucine di terroristi. Arrivi in Turchia e cominci ad avere un assaggio della cruda realtà; ti dicono di nascondere i soldi e il passaporto perchè c'è il rischio che ti vengano sequestrati e di finire in prigione. Arrivi in Grecia e vieni arrestato. In carcere ci rimani per tre mesi, senza che ti chiedano nulla, senza che ti dicano nulla, senza un motivo. Poi ti scarcerano e ti mandano fuori nella turistica Atene, li dove è nata la democrazia, senza un soldo, senza un posto dove andare e dormi per le strade per quindici giorni. Decidi di andare in Italia, destinazione Venezia. Conosci persone che hanno già tentato l'impresa, ma che una volta arrivate al Porto veneziano, sono state rimandate indietro dalla polizia senza che fossero accolte le loro richieste di asilo, come vorrebbe la legge. Anzi, in verità la polizia avrebbe l'unico compito di accogliere le persone, le cui istanze dovrebbero poi essere valutate da una Commissione competente, prevista dal legislatore. Ma questo, per queste persone non è accaduto. Sono state rispedite al mittente, come pacchi postali, per poi essere arrestate e picchiate dalla polizia greca. Parti comunque, perchè ormai sei arrivato fin li e non vuoi tornare indietro. In Italia il primo ricordo è il risveglio all'Ospedale; scopri che sei rimasto solo, che i tuoi compagni sono tutti morti. Tu no, tu ce l'hai fatta, hai vinto la tua battaglia.
Oggi Saiwan è in Italia. Deve rinnovare il permesso di soggiorno mensilmente; ricorda che in un'occasione gli è stato rinnovato addirittura per un giorno; racconta che da parte della polizia non ha ricevuto il minimo segno di rispetto e di comprensione. Nonostante la tristezza e l'amarezza nelle sue parole ed il tremolio della sua voce e di quella del suo interprete, anch'egli immigrato kurdo in Italia da trent'anni, dice di essere felice. Voi, dice, siete fortunati ad essere nati in questo lato del mondo. Devo dire che non mi sono mai sentito più una merda di quanto non mi sia capitato ieri ascoltando la sua storia e di questo lo ringrazio.

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