Anche per questo il sunsplash dà fastidio

sabato 31 gennaio 2009

Sono un italiano vero



Vi riporto un simpatico raccontino di R. Linton, dallo "Studio dell'uomo", del 1973. E' interessante anche perchè se si analizzano le parole utilizzate dall'autore, si può notare quanto inconsapevole etnocentrismo sia radicato nel linguaggio comune. L'americano qui è il cittadino degli Stati Uniti, ma in verità tutti gli abitanti delle Americhe lo sono. Un altro esempio è parlare di Vicino o Medio Oriente; in base a cosa si può definire un est o un ovest di un oggetto tondo (più o meno), come la Terra? Il brano parla di un cittadino statunitense ma si può tranquillamente utilizzare per raccontare chi è l'italiano vero.

"Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe origine nel vicino Oriente. Scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta originaria dell'India, di lino, originaria del vicino Oriente, di lana di pecora, animale domesticato in Oriente, o di seta, scoperta inizialmente in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati secondo procedimenti inventati nel vicino Oriente. Si infila i mocassini inventati dagli indiani delle contrade boscose dell'est, va in bagno, i cui accessori sono stati inventati in Europa e in America. Si leva il pigiama, indumento indiano, si lava col sapone, di invenzione gallica. Poi si fa la barba, rito derivato dai sumeri (attuale Iraq-Iran) o dagli egiziani. Tornato in camera, prende i suoi vestiti da una sedia il cui modello è stato elaborato nell'Europa meridionale. Indossa indumenti la cui forma derivò in origine dai vestiti di pelle dei nomadi delle steppe dell'Asia, si infila le scarpe fatte di pelle tinta secondo un procedimento inventato nell'antico Egitto, tagliate secondo un modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo; si mette al collo una striscia dai colori brillanti che è un vestigio sopravvissuto degli scialli che tenevano sulle spalle i croati del diciasettesimo secolo.
Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale pagando con delle monete, un'antica invenzione della Lidia. Al ristorante il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è di acciaio, lega fatta per la prima volta nell'India del Sud, la forchetta ha origini medievali italiane (!), il cucchiaio è un derivato dell'originale romano. Prende il caffè, pianta abissina, con panna e zucchero; l'idea di allevare e mungere le mucche ha avuto origine nel vicno Oriente, mentre lo zucchero fu estratto in India per la prima volta. Dopo la frutta e il caffè, mangierà cialde, dolci fatti secondo una tecnica scandinàva, con il frumento, originario dell'Asia minore. Finito di mangiare il nostro amico si appoggia ad una sedia e fuma, secondo un'abitudine degli indiani d'America, consumando una pianta addomesticata in Brasile o fumando la pipa, derivata dagli indiani della Virginia o la sigaretta, derivata dal Messico. Può anche fumare un sigaro, trasmessoci dalle Antille, attraverso la Spagna. Mentre fuma legge le notizie, stampate in un carattere inventato dagli antichi semiti, su di un materiale inventato in Cina e secondo un procedimento inventato in Germania. Mentre legge i resoconti dei problemi che si agitano all'estero, se è un buon cittadino conservatore, con un linguaggio indo-europeo, ringrazierà una divinità ebraica di averlo fatto al cento per cento americano".

"Non esistono razze e culture pure o inferiori. Il razzista è inferiore, perchè la sua mente è troppo angusta per poter contenere un pensiero come l'Uomo".

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