Anche per questo il sunsplash dà fastidio

domenica 5 aprile 2009

Fronte del porto

Questo post è il seguito di quello di ieri, sul ritrovamento di 24 bambini alla stazione Ostiense di Roma. La risposta a tutte le domande poste viene grazie allo straordinario lavoro di un gruppo di Associazioni che si chiama "Tuttiidirittiumanipertutti". Martedì 31 Marzo questo gruppo ha organizzato un'assemblea pubblica in un centro culturale di Mestre a cui hanno partecipato esponenti di Emergency, di Amnesty International, avvocati, Assessori ed il Sindaco di Venezia, Cacciari. Fortunatamente erano anche presenti un bel po' di persone, cittadini, tra cui il sottoscritto. Tema dell'evento: i sistematici respingimenti eseguiti dalla polizia portuale dal porto di Venezia, ma anche da quello di Ancona, Brindisi e Bari, verso la Grecia, Patrasso per la precisione. La battaglia di queste Associazioni è nata dalle tragedie di persone che immigrano e che spesso negli ultimi anni, hanno concluso il loro viaggio morendo nascosti magari in container o sotto le ruote di un tir. Le autorità naturalmente alle prime richieste di delucidazioni, non hanno voluto rispondere, perchè tanto loro non devono rispondere alla cittadinanza, ma solo al politico di turno. Una delegazione del gruppo ha allora deciso di andare direttamente a Patrasso a parlare con le persone che vengono respinte. Ciò che è emerso è sconvolgente. Come ho già avuto modo di scrivere nel post su Saiwan, la legge dice che ci deve essere un mediatore che parli a queste persone in una lingua loro comprensibile e che spieghi i loro diritti, che le richieste di asilo devono essere obbligatoriamente accolte e che vengano esaminate da una Commissione competente, che i minori comunque non possono essere respinti. Cosa succede invece? Succede che troppe persone ormai chiedono l'asilo pur non avendone il diritto, quindi la misura adottata è quella del respingimento immediato, senza ascoltare le istanze, senza verificare l'età, senza nessun interprete o commissione. Ad eseguire è la polizia portuale. Qualcuno ha cercato di dire che la colpa è dei poliziotti, che di loro iniziativa agiscono a quel modo. Sinceramente mi sembra una fesseria. Ci sono delle gerarchie, degli ordini che vengono impartiti da qualcuno ed eseguiti da qualcun altro. Questo succede in ogni occasione in cui siano implicate le Forze dell'Ordine, non si vede per quale ragione qui dovrebbe essere differente. Per altro dalle testimonianze, si evince che i respingimenti avvengono da più porti quindi è inverosimile pensare che che vi siano identiche iniziative personali che simultaneamente vengono messe in pratica in luoghi diversi. L'Assessore alle Politiche Sociali, durante il suo intervento, poi ha detto una frase criptica, ma neanche tanto, a riguardo: "E' impensabile poterli accogliere tutti". Sono d'accordissimo è impensabile; ma la soluzione dovrebbe essere che un organo superiore (Stato italiano o Comunità Europea) si adoperi per implementare degli interventi per far fronte alla situazione, che è un qualcosa che riguarda l'Europa intera di cui l'Italia altro non è che uno degli accessi più agevolati in termini geografici. Invece no, la soluzione è cacciarli in barba alle leggi. Per altro esiste una norma che io chiamo "SCARICA BARILE". Questa disposizione dice che se uno Stato U.E. identifica un "immigrato clandestino", che è già stato "ospite" di un altro Stato U.E. lo può rispedire al mittente, poi sarà affare di quest'ultimo la sorte di quella persona. Lo Stato principale attraverso il quale entrano in Europa la maggior parte delle persone provenienti da paesi Asiatici (come Afghanistan o Iraq), ma anche dall'Africa (Sudan), è la Grecia. Grecia che però è oggetto di un, chiamiamolo così, contenzioso con l'Unione Europea. Perchè? Perchè la percentuale di richieste di asilo accolte dal governo ellenico è pari allo 0,01% in primo grado e allo 0,1% con il ricorso. Nel 2007 su 20000 persone richiedenti, solo 8 avevano i requisiti, secondo gli esaminatori. Per questo fatto, una circolare dell'U.E. chiede espressamente a tutti i Paesi di non respingere le persone verso la Grecia. La polizia dei porti italiani affaciati sull'Adriatico, invece le manda proprio lì, senza che il loro passaggio in territorio italiano venga documentato, di fatto quindi, negando loro anche la possibilità di fare un qualche tipo di ricorso. Una volta giunti in Grecia tante di queste persone, tanti minori, vengono rimpatriati nei loro paesi d'origine, che spesso sono paesi in guerra. Qualcuno potrebbe dire, seguendo un po' il ragionamento dell'Assessore: "Ma noi che colpa ne abbiamo?". Vi do un dato, sottolineato dal rappresentante di Emergency. L'Afghanistan è famoso per essere il più grande produttore ed esportatore di oppiacei del mondo. Quando nel 2001, gli U.S.A. e la N.A.T.O., quindi anche l'Italia, sono andati a fare la loro missione di pace, uno degli obiettivi dichiarati era quello di debellare il traffico di droga proveniente da quel Paese. La produzione afghana di oppiacei al 2001 era pari al 50% della produzione mondiale, oggi è al 90%. Che colpa ne abbiamo noi, se 24 bambini afghani sono costretti a dormire tra i tombini e i cassonetti di una stazione di Roma? Nel frattempo...

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