Anche per questo il sunsplash dà fastidio

sabato 4 aprile 2009

Verso un mondo migliore



Punto numero uno. A cosa servono le leggi? No, sul serio non è retorica. A cosa serve pensarle, scriverle, farle conoscere? La risposta dovrebbe essere: per regolare la vita delle persone e per punire chi contravviene a quanto stabilito. Bene. Punto numero due. Il Diritto di Asilo è appunto un diritto, non una concessione facoltativa; si certo, bisogna rispondere a determinati requisiti, ma recepire la richiesta è obbligo, non scelta. E' sancito da qualche convenzione internazionale, costituzioni e leggi nazionali. Punto numero tre. Il diritto dei minori ad essere accolti e il divieto ad essere respinti, sono appunto un diritto ed un divieto, non decisioni discrezionali. Anche qui ci sono convenzioni, carte, accordi, chiamateli come volete. Bene. A Roma in data 2 Aprile 2009 succede però un fatto. Alla stazione Ostiense vengono trovati 24 bambini afghani che dormono tra i rifiuti; ne danno notizia, fra gli altri, la Repubbblica, il Giornale, la Stampa e il Tempo. Come si nota leggendo gli articoli, il Giornale ed il Tempo si adoperano per sminuire la gravità della situzione, con dei trucchetti giornalistici. Il primo nel titolo inserisce la parola "bufala", il secondo dedica alla notizia un paio di righe per poi raccontarci di tutt'altro, come se parlare di un'ambulante che vende occhiali, fosse della stessa entità. Ancora una volta complimenti a chi scrive e a chi legge questi quotidiani. Ma torniamo a noi. Abbiamo detto che ci sono leggi sull'asilo e sul diritto dei minori. Quindi, com'è possibile che 24 ragazzini tra i 10 e i 15 anni provenienti da un paese come l'Afghanistan in piena missione di pace, detta anche guerra, invece di presentarsi ad una frontiera e fare richiesta, si ritrovino in quelle condizioni? Chi è che non fa il proprio dovere, come vorrebbero le leggi, chi è che non le fa rispettare? Ripeto la domanda iniziale. A cosa servono le leggi? Forse a questo punto la risposta è: a farci percepire un senso di sicurezza, che le cose non siano lasciate al caso, che ci sia un pensiero a cui poi seguono delle azioni. Il problema è che la percezione poi spesso non si traduce in realtà di fatto e a pagare sono quelli meno tutelati.

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